La fede nei trattati, le potenze segnatarie e l'imperatore Napoleone III

-27ui pl'incipii , Ja nostra alleata non lo è sempre nell e sne manifestazioni. È neì suo carattere di essere longanime e di non si pronunziare in una maniera decisiya che al seguito di prove, di preparazioni, di pratiche. Checchè ne sia la F1·ancia., colla moderazione, ha recuperato il suo vigore. Essa non ha mai dimenticata la verità da lei proclamata e se ne ricorda oggi più che mai. Ln sua fecle , il suo onore, la sua missione in mezzo alle nazioni vi sono impegnate. Ella spera il compimento della fraternità per la pace durevol e, per la salute del mondo. Le potenze segnatarie del 18!5 haHno giurato questo principio. Non bisogna credere che ciò fù per menzogna , ma per coscienza della fede . La Francio, dunque in presenza dell e agitazioni italiane , del timore continuo di rivoluzioni, dimanda ch e si conservino intatte questa coscienza, questa fede almeno per il momento a riguardo dell' Il alia. Questo non è entusiasmo; è calcolo. Napoleone I lo ha detto : (( IL PR llUO SOVRANO CHE IN l\IEZZO ALLA GRA~ LOTTA ABBRACCERA' DI BUONA FEDE LA CAUSA DEl POPOU S I TllOVERA' ALLA TESTA DI TUTTA L'EUROPA E POTRA.' TENTARE TUTTO CIO' CHE VORRA' . Abbracciare di buona fede la causa dei popoli, è la missione p1·opl'ia della Francia. Il suo Govel'no non l' abbandClnerà ad altri come nel -1815. L' I.1ghilterrn -v nol' ella associarvi si, acc1·escere la sua parte di gloria acquistata in Crimea, fortificare nelle nazioni la fede che , pH loro causa, pertutto dove il bisogno si mani ~ festerà, giustizia sarà fntta, giustizia per dovere dì fl'aternità, per la realizzazione progressiva del pl'incipio che è solo in vigore con l'alleanza santa della Fa·ancia, dell' inghilteaTa , della SardegnCt, e, speriamolo bene,

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