La fede nei trattati, le potenze segnatarie e l'imperatore Napoleone III

-24eglino stabiliscono, come principio solo ill vigore, l a fratel'nità, e fanno della sua realizzazion e un ùovcre pei popoli e per i governi. Tal 'è la FEDE da cui sono sortiti i trattati del -1815. L'Inghilterra non gli ha traditi. Nel -t84f~, l'Italia Yuol c l'integrità del suo corpo, la p1·oprietà dei suoi contini. L'Inghilterra la sostiene. 1\'la l'idea di nazionalità non rra anco1·a sufficientemente maturo; le rivoluzioni la complicano e i sovrani, spaventati, temendo la naziOnalità disertano la sua causa. La PAROLA DI VITA è ingrandita; l ' idea delle nazio - nalita si è sba1·azzata. Nel 18!5 e lungo tempo anch e dopo quest'epoca si credeva riconosc erle nei governi. Dopo alcuni anni il loro segno si è manifestato; non è più nei governi, ma nei linguaggi, che si vedono oggi le nazionalità. I linguaggi sono la parola di vita dell e nazioni. I confini storici, diplomatici delle potenze possono variare~ spostarsi; i confini che i linguaggi assegnano ai popoli non cangiano mai. Quest'idea della nazionalità nel Jingunggio s'è impossessata di tutta l'Italia. Dinanzi a quest' idea tutti i partiti spariscono, si piegano, cooperano. L ' Italia ne inalza la bandiera la prima, poichè desso ha in mezzo ai popoli moderni, l'idioma il più classico, il più celebre pe1· i prodigi del genio; poichè presso di lei i corpi sociali, i comuni, sono più vigorosi, più numerosi, più sviluppati che dovunque. I nuovi mezzi di comunicazione spingono già questi corpi a slanci scambievoli, a rapide reciprocità. Ma, per tutto ostacoli : dogane, che fermano; polizie che spiano·; timori che perseguono, legislazioni, che intricano. In Italia, si conosce la Ft'ancia, l'Inghilterra, l'Alemagna, l'India ec. per-

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