La fede nei trattati, le potenze segnatarie e l'imperatore Napoleone III

- /13 - l'altro se ne allarma e lo ricusa; è l'effetto dellu loro posi?ione: per il primo di· sovrano incaricato di mantenere i airitti ereditari, tradizionali, che non gli permettono di accogliere le proposizioni di suo fratello; pet· l ' ultimo, di governatore subaltemo, che cerca di acquistare dei titoli alla riconoscenza delle popolazioni, e alla considerazione del pubblico. Tra la Francia e l'Austria non vi ha rivalità; vi ha solaanente opposizione di principii; sono dunque principii che lottano, necessità che resuttano da condizioni differen ti nelle quali si trovano i due Imperatori. L'uno sottomesso alla tradizione per sostenere la sua dominazione poliglotta, e le conseguenze di lamentevoli agglomerazioni deve ajutarsi con tutti i mezzi, anche coll ' armi. L'altro sottomesso solamente al dovere di sviluppare, per onore e nell ' interesse del suo paese, la prosperità coll'ajuto delle reciprocanze, fidente nella sua missione, pone delle quistioni spaventose per l 'Austria. Ponno in ciò forse ravvisarsi rivalità personali, nazionali? Nò , non è che l'antago[,lismo dei principii. Gli uomini di stato dell'Inghilterra conoscono perfettamente queste cose, che da qualche tem po soprattutto dopo la guerra di Crimea e il congresso di Parigi , sono elementari in politica; ma, per la posizione particolare del lot·o paese tengono, da una parte , alla traòizione, dall'altra al dovere che impongono le idee e la civiltà. Per il momento essi son rivolti dalla parte della prima; e così veggono tra la Francia e l 'Austria della rivalità. Noi pensiamo che non passerà lungo tempo: senza che eglino si rivolgano colla loro saggezza a bituale verso il dovere. Allora la parola rivalità non sal'a più pronunziata da loro; sarà quella di opposi-

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