La fede nei trattati, le potenze segnatarie e l'imperatore Napoleone III

- .f1.- al Nord, in faccia ad essa," è il Piemonte : la prima vuol e l'assoggettamento, e si spaventa delle nazionalità: l'altra vuole la libertà, el' indipendenza della nazione Italiana. I\'lalgrado la presenza del gran sacel'- <.lote della carità e della concordia, la carità e la concordia sono impossibili. Gli ostacoli, le difficoltà d'ogni sorta, i pericoli delle situazioni, in luogo di diminuire aumentano; la polizia gli esagera, il timore gli moltiplica, l ' odio gli susc ita. Così r Italia non può giungere alla vita novella, che i nuovi mezzi di comunicazione, e di scambii, che i recenti progressi dell'industria, della scienza, della intelligenza sono in misura e in diritto di produrre. Terza conseguenza. In queste tre conseguenze, le quali hanno vita da una sorgente unica, la DOlUINAZIONE STRANIEF.A, bisogna vedere il fondo vero della questione Italiana. Gli onorevoli uomini di stato della no5tra buona alleata, la Gran Bre ttagna , ne conoscono meglio di noi questi aspetti imponenti, qneste formule evidenti quasi matematiche. Nè l'intelligenza, nè la saggezza, nè gl 'indizi, nè le vedute mancano loro, testimoni i dispacci di Lord Palmerston, e di Lord Ponsomby, nel 1847-48-49, Essi non hanno che una debolezza, e sarà, noi lo speriamo, passeggera : è di voler diss imulare il mal e. Una simile condotta potea convenire alla politica d'un altra epoca; ma oggi i governi, che non guardano di fronte le situazioni, si screditano, sono impotenti a do.. minarle, e soccombono all'opera. Non è negandolo, o ~errando gli occhi per non vederlo che si evita il pericolo. Colla sollecitudine e con tanti mezzi d'informazione per il pubblico, le situazioni son presto conosciute. Colla dissimulazione non si fa che impegnarsi in una via

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