Lettera con cui Vincenzo Gioberti si associa alla Giovine Italia

58 A GIOBERTI dono solo a traslocare il potere in sè medesimi, divisi dal Popolo ! ! Tale era la scienza che allora instillavate ai generosi e credenti giovani, i quali la sacrarono colla vita. Nè potevate averne una per loro, e un'altra per voi. E questa è la sola che abbia assonanza all'intero concetto della vostra filosofia. Nè il complemento d'un'opera d'arte può essere d'altra natura che l' opera stessa: E voi non vorrete ora, eh~ la dottrina vostra appaia alle genti simile agli idoli mostruosi del prisco Egitto, nei quali sona le umane forme s' innestavano i teschi delle belve. Al matronale simulacro, in cui da tanti anni veniste effigiando e intagliando quell' unica imagine che il filosofo ha sempre innanzi alla secreta mente , voi non potete ora , con repentino estro di schiavo della gleba, imporre l'orrido ringhio e gli irti velli del leone feudale, che dorme nelle polvea·ose tenebt·e d' Allacomba. 7 Come? i seguaci della vostra fede , quei che pensarono morire per l' Unità d' ltaJia, anzi pea· la Repubblica universale preparata dall' Evangelio di Cristo, non dovevano dal sangue loro mietere altra messe che l'Atto d'Unione dei Torinesi coi Milanesi e coi Vicentini e con altri non so quali dei Cisalpini e dei Veneti? essendochè i Veronesi non ci sono , ch' io sappia, nè i Trentini, o i Mantovani ) o i Friulani, o i Bolognesi. E il nome d'Italia doveva , per alta·e non so quante generazioni, aver termine là dove pei nostri gloriosi padri appena aveva per principio? Ma codesto .Atto d'Unione, che interruppe il patto della guerra,

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