Lettera con cui Vincenzo Gioberti si associa alla Giovine Italia

LA GIOVINE ITALIA 53 della (ortaa, e di torre a Cesare la spada, riputò necessario rivelare che tutti gli uomini sono fratelli , eguali innan'{i alla ragione e a Dio, e aventi comu· nan~a di diritti. La reden~ione (K) degli uomini era un passo necessario per procedere alla reden~ione dei popoli. Nella collegan~a gerzerale delle na~ioni sarà il regno di Dio sulla terra, il regno della giustitaia , della pace e della libertà, in cui la fortaa , la guerra , la servitù saranno spente. E fu chiaramente significato dagli scrittori apocalittici, che antividero (L) un lontano avvenire, nel quale il cristianesimo (M. N), compiuto il suo corso morale e privato, si farebbe liberatore dei popoli (O). E qui voi, preclaro Gioberti , nuncio del nuovo cristianesimo e della universale e divina Repubblica , infondete negli animi nostri , e quasi nelle nostre ve - ne, un sacro raccapriccio, quando con imagine ra pita alle sacre carte, dipingete le rza~ioni che lacere (P) e inoadaverite dai despoti, si agitano cupamente e si arruotano , siccome ossa accatastate nel sepolcro , frementi al suono della tromba che le richiama a vita. Quando deponevate nelle perseguitate pagine della Gi ovine Italia queste parole , non eravate conscio della terribile verità del concetto che vi balenava nella mente. Ma dopo il memorando anno che ora si schiude, non v'è chi non raffiguri in quell' ossario commosso e crepitante , in quei carcami che si levano in piede torvi e minaccievoli, scoperchiandosi dalle dorale lapidi sulle quali sia scritto il nome dell e case regnanti , chi non raffiguri i popoli che giaceva-

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