Lettera con cui Vincenzo Gioberti si associa alla Giovine Italia

LA GIOVINB .ITALIA 5l la venerm;ione dei posteri; anzi faceste risplendere (A) aj pallidi volti di quei martiri un premjo più virile nell' odio dei tristi , ch'è il maggiore omaggio alla virtù. Oh qual santa letizia era la vostra d'aver finalm~nte nel giornale della Giovine Italia un interprete di quei secreti sensi ; di quelli amari sospiri che fervevano nell'animo vostro e che la truculenza dei regii sgherri faceva privi d'ogni conforto e d'ogni sfogo ! È ben a ragione sentenziaste che i filosofi dovevano essere forieri dei liberatori) e predicare una filosofia potente e generosa >e conforme ai progressl (B.C.D) della presente età; nè trascinarsi sulle orme degli stranieri, ma precorrer li, secondo l'esempio dei nostri padri; e infervorare e inebriare la gioventù e inspirarle magnanime risolu~ioni. ~ dovevano disviarla da quei filosofi ch'erano or lodatori, or maestri di tirannide , ora cortigiani, ora sebben fautori di migliore senten~a > come l' Elve~io >preparatori tuttavia, sen~a saperlo >di quelle esorbitan~e che macchiarono la giusti~ia e lo splendore della rivolu~ione di Francia. commendavate come pura di tali eccessi, e giovevole alla Repubblica >la filosofia pitagorica >rinnovata da quel Giordano Bruno che morì vittima dei sacerdoti. (E) E lodando quello stupendo panteìsmo, ch' egli inventò molti anni prima di Spinosa >e due secoli prima di Schelling j e affermandolo fondato in verità) e morale> religioso ) an~i sola e vera filosofia > giubilavate di scorger·ne nella Giovine Italia un presentimento e un' applica~ione (F). E pere h è religione è filosofia e filosofia è liberta (G) ,

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