Lettera con cui Vincenzo Gioberti si associa alla Giovine Italia

40 Al COMPILATORI ,, perversa, che sotto gli sfoggiati abiti, i modi gen· ,, tileschi e leziosi copre mille piaghe, ed ogni ribaln deria; e pasce la superba ignavia e l'ozio in cui )) vive, coi ·sudori di una immensa popolazione, che n sparsa per le campagne, per le ville, per le offiu cine, si agita e si travaglia fra dLH'i stenti ed ecces- >> sive fatiche, per mot·ire disprezzata da tutti come >> lurba inutile. Mostrate l'indegna condizione e il di- » leggio in cui sono tenuti gli Ebrei, a cui Cristo >> perdonava morendo. E i nostt'i principi imilano Cri- >> sto, o adempiono il gran precetto del perdono , opu pressando quel popolo, e, quel ch'è peggio, vilin ficandolo e trattandolo come i Gentili fecevano le >> mandre degl'Iloti e degli sch\avi. Chiedete quindi, >> qual sorta di Cristianesimo sia quello tenuto dai go- >> verni assoluti; e se con buona ragione non può dirsi, n che lasciandolo di professare e proteggere, anzi riget- >> tandolo, gli farebbero minore ingiuria. Ma fatevi più )) innanzi; ed accostatevi a considerare colui' che siede >> a capo della Chiesa, e s'intitola Vicario di Cristo. n Paragonate il Papa a Cristo (T. p. 37). E quando avrete >> compiuto il paragone, e fatto vedere quanto divario >> corra dall'uno all'altt·o, e dal sublime redentore delle >> genti a quell' oppressore di popoli (contro questo >> nuovo ed estremo latrato demagogico, vedi la noconfessione nel Primato ) risplende propagatore di civiltà e grandezza da Roma al cii·costantc Universo in perfezione della legge antica, come osate affermare il bisogno di divulgarlo, di chiarit·lo, di pro· clamarne la dottrina? come affcrmat·e nella vostra lettera, che il 11ero ~itw Cristianeaimo non ha finora e•istito, e che oggi voi sorgete a pro-

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