Lettera con cui Vincenzo Gioberti si associa alla Giovine Italia

DELLA GIOVINE ITALIA 39 » di PRIVILEGI, di TIRANNIA) di SCHIAVITU ec. = Ma il peggio è) che questi Retori non solo hanno compito tali pitture colla vanità delle parole, ma anche colla nequiz1'a delle loro opere , e prova ne sono le loro recentissime gesta in Roma e nelle altre provincie italiane ; cosicchè in essi è realtà ciò che nella loro lingua suona ingiuria ed è lode alla maestà de' Principi e del Pontefice.) - >> E giudicava molto più scellerati di Ini tal >> grande e tal principe, tristi senza necessità, e co- >> pt·enti la Ior tristizia col manto della carica e la >> maestà del grado; quindi si mostrava così indulgente >> verso il publicano e l'adultera (T. p. 35), così aspro e >> terribile ai grandi e ai sacerdoti. Contrapponete a >> questi divini insegnamenti ed esempi i disordini >> odierni dei reggimenti e dei rettori, specialmente » di questa povera Italia, guasta, doma) lacera, >> conculcata da tanti desposti interni e forestieri. >> Strappate la maschera dell'ipocrisia ai principi, >> che con bestemmia nefanda osano chiamarsi crin stiani, cattolici, padri del popolo, stabi!ili da >> Dio; e oltraggiano la santità della Religione col J> vituperoso omaggio che le rendono. Penetrate nelle >> corti dei re; e dipingete al vivo quelle fogne di >> malvagità e di bruttura. Rappresentate la nequi- >> zia dei cortigiani e dei magnati; razza corrotta e rammentate voi, che nel cenacolo piovve la fiamma del Santo Spirito sugli Apostoli de' quali fu Pietro il Capo ? e nella fede cattolica, che dite di professare, non sapete che Dio promise l' infallibilità della sua Chiesa, e che la parola divina n9n vico meno? or come , dopo diciotto secoli che il Cristianesimo (anche per vostra

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