Lettera con cui Vincenzo Gioberti si associa alla Giovine Italia

• 34 ·LA COMPILATORI J) vere politico, farete toccat· con mano ai popoli creJ) denti o bisognosi di religione, che Cristo diede nella >> sua Chiesa il simbolo de))' unità, dell'eguali là e » della li be l' là cittadina, postituendola Una) con ordini • conforto al I.Jenc temporale e dello spirito cou lJUCilc stesse leggi ùi sublime perfettissima Pmvvideuza che governa il genere umano dall' infimo <J il ' altiss imo grado dell a social gerarchia; e se pt·csso o~ni diritto dci t' icchi c dci potenti scrive un pt•oporzionalo dovere, colla stessa m::ano lo segna accanto ai singoli dit·itti ùel povero, del debole e del popol ano, cd è in ciò la vera fra temi là e l' egua gli anza1 e se ai Re impone l 'esser giust i cù umani, comnnùa ai sudùili obbeùicnza, c ùice che in ques ta è libertà; impct·occhè coll' oi.Jbcdicnza è lii.Jera l ' Aulot• it~. lihcra cd operosa l' azione ùit·cltrice c governativa; libero ne' vari ordini so.ciali l'eserciz io dc' rispettivi dit·itti c ÙO\'Cri, c gl ' inlcll ct li a ttin gono al fonte della vera scienza, ev itando il veleno di Demolilo , cd ecco sbanditi i dclitli che Dcmofìlo deplora pt•odolti dall ' i:;not·a uza: il padre educ a i figliuoli, li t•c ndc opct·os i c cattol ici, forma in ess i l' a iJito .ùella virtlt, ne fl'cna in tempo le smisut·a tc voglie amhiz iosc, cù ecco t•imosse molte c gravi cause di {5oYcrtà, di col pe e di cospira zioni, ecco nei pt·ovvctluli bi sogni dell a vila, e nei scdal i tumulti dell'animo ( dove re dit·c tto non ùcl Principe, nu del Padre-famiglia) venit' meno a Demofilo il pretes to di a ccusare il Principe ùi dispotico dominio, ùi pess imi o1·dini , d' inùJue leggi , di brame immode1·ate di lu i proprie e dc' suoi satelliti , di sete dellct 1·oba e del sangue, dell' odio al progresso delle dott1·ine, di ambizione , d'ingiusta ed ecceHit;a potenza, di paura di perderla , di estorsioue, di travagli , ùi angarie, d'imbastardimento, di con·uttela, di oppressione, c ùi am~ mazzamento dei s·udditi. -Queste cose sapeva C1·isto, c perciò imponeva l ' olJùligo a i genilot·i ùi eùucat·c i fi gliuoli non all'ozio, ma al lavoro, e ùi t·cndcr·li fol'ti nella ùi lui dot trina; e conùanna \'a le immodct' atl! br·amc di novità, ot·ùinando ai Popoli di oùùedil'c a Cesat'e, Cristo conosceva che l 'assassino sarebbe colpito dalle leggi della giustizia , senza la cui osscnanza la Società non vive, e pct·ciò oiTriva modo a ciascuno di pt'ocacciat·si e<.lucazione e pane onot·a to colla fati c:l nel domeslifo letto, non ùallo Stato, impcrocchè auche nel suo • Vt~ n ge l o Ct·isto proscri \'e\'a i semi funes ti del Socia lismo c ùcl Comt'-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==