Lettera con cui Vincenzo Gioberti si associa alla Giovine Italia

24 Al COMPILATORI Noi ,·iviamo in un tempo (e chiunque abbia occhi un po' sagaci lo vede) in cui la religione paruta spegnersi senza rimedio, aspira a ripigliar nuova vita, e tenta ogni modo onde rinsignorirsi degli animi e dei cuori, i quali, di lei infastiditi e cupidi insieme, tentano pure ogni via pe1· ricrèarla in guisa, che appaghi, e non gli offenda t4. Viviamo in un tempo, in cni una religione veramente nuova non è possibile, siccome alcuni vani tentativi dimostrano; tanto che i filosofi, e gli uomini universalmente cominciano a persuadersi , che fuori del Cristianesimo non v' ha religione; perchè i suoi simboli non sono morti; o se morti , sono alti a rivivere, rianimandoli colle idee; e ·la somma de' suoi dogmi è una perfetta e adulta filosofia; dove che i simboli degli altri culti sono informi e barbari, e quasi geroglifici, di cui si hanno indovini e non interpreti; e la loro dottrina rozza e imperfettissima; e la religione naturale dei testi inglesi e del Rousseau è un sistema difelloso e superficiale, che non contenta gli spiriti profondi e speculativi. Viviamo in un tempo, in cui le nazioni oppresse, lacerate, e presso che spente e incadaverite dal dispotismo, si agitano cupa... mente e si annotano insieme per risurge1·e , siccon1e le ossa dei morti ammucchiate nei sepolcri, e che un antico profeta dipinge frementi al suono della tromba, che le richiama alla vita. Ma per operare questa morale risurrezione, ci vuole una voce imperiosa e prepotente) che scuota non pure gli uomini culti) ma. la stupida e grossolana moltitudine. Abbiamo veduto, che la religione è il movente più efficace dei petti umani;

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