Lettera con cui Vincenzo Gioberti si associa alla Giovine Italia

20 Al COMPILATORI sta fornsa. Pl'ima di stabilire la nuova politica , era d'uopo predicare la perfetta moa·ale, e divulgarla pel mondo. Prima di torre a Cesare la spada} e annienta· re il regno della forza, facea mestieri mandare a terra il regno del demonio, cioè del la corruzione e dell'egoi~mo. Prima di convocaa· gli uomini alla signoria della legge, bisognava stampar nei cuori l' idea della · giustizia, e apparecchiare il regno di Dio,· prima di ordinare nei popoli l' egnalità civile, e collegarli insieme, era necessario rivelare e persuadea· loro, che tutti gli uomini sono fratelli, eguali dinanzi alJa ragione e a Dio, nati da un solo padre, cioè aventi comunanza di dirilli e di natura, rei di una stessa colpa, e scopo della stessa redenzione, cioè egualmente vili e deboli, nobili e forti; viltà e debolezza di natura, che ci melle alla luce imbelli e barbari, cagionata dalle condizioni particolari degli organi, (nota II) e delle forme; dignità e forza, acqnistata col tempo e coll' industria, mediante la perfellibililà umana; dono non di natura, ma di grazia, cioè nascente dalla sostanza divina, anima e subbietto deJI' universo, prin- >eipio di lento e g1·aduato perfe.lionamento nelle forme; la qua le ili nmina la mente nostra, sotto la spe- {:ie di ragione, ch'è il Verbo, e induce l'attività li- .bera alla ,·ia·tù, sotto la specie dell'affetto, che è lo Spirito; Spirito e Verbo, cioè due reali attinenze di Dio cogli uomini e colla natura , signoreggiate da quella suprema unilà che crea e unifica le forme , e fa dell'uomo un indiviùuo, delle famiglie un popolo, dei popoli l'umanità, e dei mondi l'universo. C.he la

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