Lettera con cui Vincenzo Gioberti si associa alla Giovine Italia

A! COMPILATORI ad abbraccia t'e la causa dei popoli; e ben vi apponeste nel credere, che la religione sia di grande sussidio a quella. Quanto ciò sia vero, lo pnò inlel)dere ciascuno , che studiando nella istoria consideri che le jdee religiose sono le più importanti pel' gli effetti che partorirono , siccome l'affetto religioso è il più vigoroso, il più potente, e tale insomma, che a rispetto di esso nel suo più alto grado, l'ambizione, la gloria, l' amore, la sete del potere e delle ricchezze sono affetti piccoli, rimessi, e quasi meschini. Siccome l'or· gano 7 destinato dalla natura alla disposizione religiosa, secondo la fl'enolog ia, (nota II) è situato nella sommità del capo così si potrebbe dire, che l'affetto religioso segga in cima delle altre inclinazioni e potenze del cuore umano. La religione ha prodotto le speculazioni più elevate~ le poesie più magnifiche, l'eloquenza più veemente e più soave, le inst ituzioni più diuturne, i martiri più magnanimi e più numerosi; così ancora partorì talvolta gli odii più profondi e tenaci, l~ guerre più accanite; e noi direi, se questi stessi orrori non dimostrassero la sua potenza. Chi non vede di quanta utilità ed efficacia sarebbe questa molla s, quando altri sapesse valersene a sommovere i popoli oppressi, e fondare una libertà , in vece di pospor la e manometterla , come fecero i filosofi · nello scorso secolo , lasciando libero il campo ai superstiziosi, ai gesuiti e ai tiranni di adoperarla a proprio vantaggio. Certamente nelle rivoluzioni d'America, di Polonia e del Belgio i l fervore delle credenze l'eligiose produsse effetti mirabili, come eziandio ne fece nei bassi tempi,

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