Lettera con cui Vincenzo Gioberti si associa alla Giovine Italia

DELL~ GIOVINE ITALIA. 15 s-iccome la filosofia (G) è la libertà, secondo che abbiamo detto, buono pensiero a,·este di confortare i sacerdoti (H) loro mirabile c snhlime opero.;ità, ed esausto il lor finito potere, non catleanno pet·ciò nè in avvilimeulo nè in errot·c, ma potentissimi riposer.1nno nell'AUTORITÀ c nella FEDE, unico lume che adempia lor il difetto. ' {G) Filosofia è amore alla Sapienza, c1l è anche libertà { chè libc•·o è il pensiero), ma FINCHÈ RISPETTI la propt•ia dipendenza dalla Rcligion rivelata. Oltre questo limite ·degenererebbe in licenza. E se il pensiero esternato , che viola 11n tal confin c, si reprime, ciò non significa, come si pretende, impoegli schiavitll colla fot·za, ma ricontlurlo al naturale ordine deviato. {H) Non è d'uopo confortare straordinariamente i Sacct·doli a sostenere la Causa .dei Popoli (se per questa Causa .intcnl.lcsi il bene), mentt·c è qnesto l'ufficio del nohilis:;imo 101'0 instituto. Certamente la Religione è di grande, anzi del massimo sussidio a quella causa ;. ma è grave sventura e delitto che i superbi agitatori dei Popoli abusino di un tale santissimo sussidio, e lo profanino, e tentino aiiievolire la sociale eroica opera del Sacerdozio. Sappiamo, ciò che insegna Dcmofìlo , che le idee reUgiose sono le più importanti; esse formano il pt•imario rapporto dell' Uom<J, quello che passa fra lui e la Divinità, ed è appunto per ciò che nalmalmente la filosofia dipende dalla Religione: ma lo stesso DemofilO', che tanto apprezza le idee religiose, perchè poi le circoscrive nella frenologia! Egli ha pure affermato nel principio delle sue lettere ùi abol'rire da Democrito c ùa Lucrezio ! 1\fa, ponendo in disparte il materialismo, non sa egli che anche in Ft·ancia si è conosciuto che la dottrina del Cahanis, e del famoso !Dottor Gall riesce nel fataUsmo ? Se questa in fallo è la reli gione di Demofìlo, è manifesto ancora che questa di lni molla non avt·à efficacia a promuovere la libertà e granl.lezza dci popoli, ma a disot·dinarli, ad opprimerli, cd abbrutirli. Demofilo poi non ha torto se dichiara di temere i custodi del cattolicismo, ai qnaJi è lode essei'" chiamati dalla di lui ' ' OCC superstiziosi c t?'1·armi: imperocchè egli vede che l'errore c il tlisol'dinc non possono ottenere che un regnO' effimero c fugace a fronte della verità e della fede cattolica, la quale è difesa dall' onnipotcnza di Dio, c dal senno e dalla virti.t del monLIO' civile universale , innanzi alla cui realtà vanamente echeggiano sup en tizion e·gesuitismo-ti1·ann1'de.

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