Lettera con cui Vincenzo Gioberti si associa alla Giovine Italia

6 Al COI\IPILATORI i ndivise di un solo popolo. E come potremo noi riputarci o chiamarci allrimenti, poichè, nati solto un medesimo cielo, parlanti la medesima favella, affiilli dagli stessi dolori, rincarati delle stesse speranze, aspiranti indcfessamente allo stesso scopo, cioè alla libe~ razione del paese natio, siamo destinati a godere la stessa felicità, o forse a soffrire lo stesso martirio f Giovane adunque ed italiano, io scriverò confidentemente a voi, come ad amici e fratelli, come a compa• gni dello stesso aringo, a commilitoni di quella guerra santa, che facciamo a salute della patria. Mi duole, che dovendomi contenere nei termini di nna lettera, debbo scegliere fra le molte cose, che dir vorrei. Nè, sebbene potessi esser lungo, vorrei estendermi in lodarvi; poichè le vostre opere , i vostri scritti, gli sforzi, le fatiche, le industrie di ogni sorta, la generosità dell'affetto, l'indefessa e indomabil.e costanza dell' animo) i disagi e le cure di un doloroso esiglio, abbastanza vi lodano. Voi avete l'amore e le benedizioni di tnlli i bnoni cittadini t; avete l' ammirazione degli stranieri) che vedendovi o ricevendo notizia di voi, e leggendo i vostri scritti , imparano a conoscere, che l'Italia non è ancot· morta; anete la gloria e. la venerazione dei posteri. Siete di più onorati dell'odio dei vili, e dei tristi; grande omaggio verso la virtù, e (orse maggiore di qnalsivoglia altro. Non loderò adunque; ben vi dirò, che fra le obbligazioni , che vi abbiamo noi spella tori delle sventure patrie, non è questa l'ultima, di avere in voi, e nel l'Ostro giornale un organo, un interprete, un bandi-

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