Francesco De Luca - I Fasci e la questione siciliana

- 28 - Così, per dare un fatto, l'amico Fontanazza, presidente del Fascio di Castrogiovanni, pochi giorni fa mi confidava che due agenti di P. S. travestiti eccitavano alla rivolta i soci del suo Fascio; ed egli, scovertili, li fece partire in fretta ed in furia. Ma è superfluo indugiarci su coteste minuzie, mentre è ormai risaputo che la riunione del Comitato centrale dei Fasci nel dì 5 gennaio 1894 fu consigliata ed applaudita dal questore Lucchesi, che sapeva già dello stato d'assedio e il quale, arrestatici, riferì che il 6 novembre 1893 noi congiuravamo a Palermo, mentre Pètrina, Montalto e l'autore di questo scritto provarono con documenti che quel giorno si trovavano nei paesi di loro domicilio. Calunnia che non può stupire, ove si paragoni a quella di Crispi, che, con la coscienza del perfetto e più sfrontato bugiardo, non si peritò di attribuire ai Fasci in pieno Parlamento un p1·oclama ridicolo e mene antipatriottiche. I Fasci, che, pel popolo siciliano fecero ciò a cui non avevano mai pensato tutti i ministeri di destra e di sinistra; i Fasci che coraggiosamente avevano imposta alla pubblica opinione una questione siciliana, mettendola nei suoi termini veri, annunziavano la fine delle camorre, delle spoliazioni, degli abbrutimenti morali, sui quali si innalzava una classe privilegiata che facea capo, co' suoi deputati, a Roma. I Fasci, per vincere, non avevano bisogno di violenze; essi, in poco più d'un anno di esistenza, avevano conquistato Municipii come quello di Catania, e mandato rappresentanti alla Camera. A che avrebbe1·0giovato le violenze, se non alla loro rovina? Ma a rassicurare le vecchie consorterie, bisognava distruggerli questi Fasci, disturbatori delle letizie e dei sonni dorati di pochi gaudenti; bisognava distruggerli anche assassinando i loro capi pii1 influenti, commettendo una strage d'innocenti, calpestando in ogni peggior modo le libertà statutarie. E il gran delitto fu commesso da un uomo che non seppe, per tutta la sua vita, che cianciare di patria e di libertà. Ma a che si è approdato? Le cagioni che generarono il fulmineo formarsi Bib· oteca Gino B1a1cc

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