Discorso del conte Terenzio Mamiani recitato al banchetto ... - 1847

12 caro alla nostra gran madre Italia. Deh vogliate, o giovani, serbare a questa città natale il titolo suo invidiato di culta e di gentile e non vi piaccia di confondere mai l'austerità e l'energia con Ja salvatichezza e con la ferocia c di scompagnare dall'uso dell'armi gli studj gravi e gli ameni. Ben conoscete che l'armi indotte sono barbare e in guerra non durano e non prevalgono, come per lo contrario la scienza imbelle c indifesa appiccolisce sè stessa c muor nel servaggio. E a cui non è noto il simbolo elegantissimo per via del quale rappresentavano i greci l'alleanza perpetua c necessaria dell'armi e delle lettere? Chi non sa che Minerva figliuola della mente di Giove usciva dal capo del Dio brandendo l' asta e imbracciando Io scudo? Ma perchè m'andrò io ravvolgendo tra le favole greche , mentre la storia vera d'Italia ofli·e a noi mctaurensi e ai popoli tutti cornpaesa-

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