Discorso del conte Antonio Saffi, letto il giorno della solenne distribuzione de' premj dell'anno 1839

13 teneri anni sarà allevato in fra l' usanza dt>gli uomini, e avrà preso abito a ci111entarsi nel lor cospetto, noi vedremo smarrire punto alla trenoenda faccia del pubplico, non nel volto ioobiaocare; ma franco ed ardito, parlar sottile, parlare ornato, e con estcrio•·e della persona, eh.: al composto animo s i concordi. 1\Ia dove lascio io quella perizia delle umane cose, o per meglio dire delle mondane malizie, la qual' è si necessaria al sapiente per ben conoscersi del cuor degli uomini 7 E in qual modo l' apprenderà egli, se dal consorzio si vivrà segregato, dal consorzio, dico, che non agl i uomini tanto 0 ma a' muti greggi eziandio sembra esser dalla natura innestato? Dove le amicizie pre:1e alle Scuole, che soglion durare ferme sino all' estrema vecchiezza? ( imperocc b.! le amicizie 0 alle quali ha dato principio la comunanza di studi 0 hanno, al dire di Tullio, un non so che di santo, che sembrano quasi in fra le sacre cose tenere luogo principalissimo ). Dove la così sentita vergogna del rimanere al di sotto a que' che sono eguali di condizione di età 1 Dove l' inesplicabil contento dell' aver superato i più cospicni di sangue, i più facoltosi , i più adulti 1 Dove in fine quelle cose tutte per le quali ecci tandosi l'emulazione 0 e l' amor della gloria , maravigliosameote si acceodon gli animi 1 Che se benc questo amore per esser non di rado surgente di alcuna invidia, e avversione, possa a qualcuno rassembrar viziaso; pur non di meuo vuole aversi io conto di egregia cosa, giovevolissima, siccome quello, che il più delle volte a virtuose opere ne sospinge. E da che altro in vero crederem noi, che sian nati que' tanti miracoli di valore, che dell'antica o della moderna grandezza ne porgono r imembranza, se non se da questo medesimo, il qual o' ebbe o all'arte assottigliato gl' ingegni, o pres tato forza e ardimento a guerreschi fatti? Ques to, sì questo infiammò Milziade, quel sì prode guerriero, che non ancor sazio, da poi t anti secoli il mondo ammira. Questo, il neghittoso Temistocle rendette forte a fiaccar l' orgoglio del superbo Persiano. Questo, l' effeminato Alcibiade una e più volte ornò di luce sfolgoraotissima. Questo' in fine t r umili nazioni dall' ignoranza odalla barbarie, levò ad alto splendore; e mise negli uomini un focoso desio 0 da priwa ignoto, di operar fa w, o d' in-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==