Discorso del conte Antonio Saffi, letto il giorno della solenne distribuzione de' premj dell'anno 1839

tG nella protczion vostra, . ~ averla ora, e sempre fr~ le pa~ trio cose in conto dt pnmtssmut c quast santa. l'lon dubitano già , che voi abbiate in alcun tempo mai a guardarla con freddo occhio, negleuamente; temono solo (si come o! proprio il temere delle cose, che più si hanno care ) che essendo voi inchinati allo spendere largamente e cosi nelle cose che portano comune n ti!e , come ne~ li ornamenti di diletto c di piacere; temono dico! che se mai foste moSSI a voler dare a ques to sacro ncetto delle Muse quello splendore, di che è degno per sè, e che ricerca h civilta del secolo , non che vostra; le troppo mtiuuite forze, non vi bastassero a rispondere al buon volere. Il quale priego per vet·i tà, anzi che r ipigliarlo come trascorso di giovauil fervore, sovranamente io lodo, siccome nato da un desiderio vivissimo, che questa nostra natia terra venga guardata non per soli obb ictti di delizievole vista , ma (che piìt monta) per cittadini, che con virtt\ civili~ con pro,•idi consigli, con egregi fatti siano di giovamento al Comune nostro, e presso le vicine e lontane genti ne mettano in alcuno onorevole c chiaro nome. E da questo desiderio santissimo è da credere fermamente, che fossero mossi quei nostri buoni maggiori, i quali una parte delle !or sostanze ebber lasciate a b enefizio di ques to luogo, dove sono dati ad allevare e crescere i figliuoli dc' vostri amici , de' vostri congiunti, i figl iuoli vostri. Laonde se il propagare, c ampliare le benefiche volontà de' nos tri gen erosi concittatlini, è un dare mostra di non aver da !or tralignato, ma sl di esser noi pure capaci di sentire amore di quella lode ch'essi sentirono; e se quanto più questa è benefica, tanto maggiormente torna ad onore il mostrarcene vaghi; voi non potete bramarvi cosa , che più sia hene6ca alla Città nostra, nè alla pietà di quc' nostri defonti più gra ta, nè alla lode de' poste ri p iù duratura ; di quello che desiderar fortemente, e cioè con risoluto animo di volerlo, che in questo Luogo sacro agl' ingegni della patria, la nobiltà c " randezza dei vostri animi più che altrove splendidamente ~ampe~;gi.

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