Giovanni Adorni - Intorno a un discorso del signor Cesare Cantù ...

7 te in altri tempi trionfarono. Pertanto si vf'gga come di Giovanni Villani parlava il Salviati, dell' autorità del quale anche il Sig. Cautù mos tra di tener conto. , Sopra costui il fondamento è da por re dt>lla purità de' vocaboli e de' modi del rlire, sì pt>rchè scrisse nella pura favella, sì perchè stt'Su maggior volume di qualunque altro, che del buon tempo fo rse ci sia rimaso. La legatura delle voci vi è semplice e naturale, niuna cosa di soverchio, niuna per ripiego, nulla di sforzato, niente d' artiticiato vi può scoprire il l e ttore: non pertanto in quella semplicità si vede una cotal leggi ad ria e bellezza, simile a quella che noi veggiamo in vago, ma non lisciato viso di nobil donna o donzella ,. Di Cavalca scrÌ\'eva il P. Cesari ( Bellezze di Daute ): , Noi ci ricondurremo alla indole semplice e natnral della lingua; la qual e nelle Vite de' SS. Padri foroe più che in altro Autore ci fu conservata con un <;a ndore al tutto aureo e maravigl ioso ,. Di Passavanti nel seguente modo fu giudicato dai Deputati sopra il Deeamerone: , Costui fra gli altri pare a noi assai puro, leggiadro, copioso e vicino allo stile del Boccaccio ,. Ed in simi l guisa ne giudicava il Salviati. Il Sig. Cantù poco dopo le parole riferite di sopra, soggiunge: , Di Boccaccio chi vorrebbe togliere aù esempio lo sti le? , Tu t ti i conosci tori delle cose spettan ti alla li ngua saran d ' accordo coll ' Autore in qnalche parte di questo giudizio: ma per istabilìre un principio contrario a quel che ne credono i più, come si cerca di fare nel Discorso che qui si è preso ad esame, e nel giudicare d'uomini sommi, tenuti in altissima estimazione dai migliori per molti secoli, non basta un'interrogazione o un aggettivo che si usi in loro biasimo, accennando :;olo qualche difetto (e chi giunge in tutte le parti alla perfezione?), e ta c~ndo poi dei pregi loro. Se è dovere toccar dei difetti, e palesarli per rend er c.auti gl'inesperti, lo è pure il parlare dei pregi, acciocchè i giovani non c<~da no in errore, e si trattengano perciò dal leggere e dallo studiclre libri utilissi mi. Intorno al Bocc'lccio per tanto si vegga quel chE>, fra molti altri, ne lasciò scritto il

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