Giovanni Adorni - Intorno a un discorso del signor Cesare Cantù ...

Str. t6. Str. 17. Str. 18. Cbè tornerà sui no1·did Ghiacci la nebbi a impura; S' aJIPgreran quest'aure Che benedì Natura; R ivestirà suo riso L' lta lo paradiso. Di !o r , che df'gni interpreti Fur di natura e d' arte, Novel li incensi aspettano L 'ossa n t>gle tte e spa rte . Segni: ad e utrambe attienti, E lascia dir le ;;enti. Al so l ta lvolta insultano Lingue ch e insania muove ; Passa intanto, e sui torbidi Bes temmi ato ri ei piove, Dator d i vita e duce, Un torrente di luce, 5r No, queste non mi sembrano fandonie t an to hislatJ• cheJ nè fu pl! f difetto di poten:~;a d' ing~'gnn, nè per incapa cità di svolge re il suo sogge tto, c he l ' illus tre Autore mostrò dt an rla r !ung i d al st>gno; e se in ciò merita bi as1mo, uè Ptndaro nè Ora:r.io possono sfnggirt~ ai rimproveri del Sig. B. Se poi 'lncsti sen te t a nto vivamente l 'amore d e lla sua città, osservi ben bene dentro di essa, legga l e opere che ivi si stampano, e per quell'amore, che ndl ' Arti co lo di cui qui si è t e nuto parol.-l, forse gli fece ve lo all' intelle tto, potril, come è ulic:io di un giornalista, d'ogni uomo a mi co della ve rità, co l la gentilezza propria di un since ro am:t tore delle patri e lettere , conoscere il male che, a be n g nudarri, apparirà a n che a ' suoi occhi, e giovare co l dar cons iglio a chi certamente ne a b bisogna più che il Sig. Conte Giovanni M a r• che t ti. F TN E •

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