Giovanni Adorni - Intorno a un discorso del signor Cesare Cantù ...

A~tra differenza è pure dal sentenziar buone l e parole al dichiararle antiquate, disusate e basse: infatti in ques t ' ultimo ufficio non ~i fa atto di propria au torità, come si farebbe nel primo; ma si conferma una cosa già mostra ta vera dall'aver osservato in qual tempo fn e da quali scrittori u sata una pa- · rola, da qual tempo è caduta in dis uso; in qual ge., nere di scritture si trovi, e con quali accompagnature. Giunto al termine di queste osservazioni rinnovo le proteste di stima all ' Illus t re Autore del Ragionamento, che presi ad esaminare, e dichiaro il più. apertarnen~e, che nel far ciò, e nel pubblicare queste po\'ere osservazioni fu mia sola i n tenzione di fare che almen qualche gio~·ane stesse alquanto in pensiero prima di seguire '.lna opinione, l a quale, ove sia po~ta in atto, potrebbe es>er cagione di danno a chi non ha ancora quelle ca utele necessarie per evitare il peri colo. Ad assicurare poi le rr.enti dei gio- \'ani, che le dottrine di coloro, che nou segui tano, in fatto di lingua, la scuola del Sig. Cantù, non tolgono per troppe< severit·Ù la possibilità di esporre qua lunque co nce tto, qualur.que atto od operazione della mente, riferirl. per ul t imo alcune parole della Lez. 5. del più vol ~e lodato Mi chele Colombo. , Noq isperi ( di ce egli ) d! i~o ~er mai e~ere buono seri t.,. to re chi nou h a p er mol ~i ann i e molti voltate erivoltate e dì e notte le carte degli a utori, e massime de' più accre;l: tati, e in ispe~:.ial~ tà <li <luelli de' mi.,. glior tempi ,. , Dee il buono scr;ttc·re attenersi principalmente aù essi, ed attignero più ch'egl i può a queste fon.,. ti i vocaboli e i modi della• favella i quali egli adopera ,. , Qualora egli si costretto di u sar voci o maniere di fave!lare che no\. si trovano negli autori, si vaglia di quelle i ntrodott3 nella lingua dall' uso, e tra queste preferisca· sempre quelle che più s' accostano alle locuzioni usate da loro ,.

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