C. Gide - Concorrenza e cooperazione

22 fitto», o la soddisfazione della vanità? O forse anche la pigrizi•a ! Poichè, infine, vi sono molti che fanno tutti questi , forzi, dli cui vi ho parl,ato, solo per avere ttn buon posto dove essi sarnnno dispensati cli farne de·i nuovi per l'avvenire. E' una specie cli abbandono di ogni sforzo, un vero collocamento dereutier; come certu.ni economizzano e penano dmamente per mettersi nella co'11dizione di spendere ,e di ,godet"'e; questi si ·sforzano per riposar,e. Vi è dunque qui un genere speciiale di sforzo che non è oerto quello che risponde all'idea di uno sforzo persona:le; ma è assai interessante notare come esso risponda assai bene al .principio fondamentale dell'economia politi.ca cla1 ssica, poì,chè questo oome ci viene insegnato eia tutti i trattati classici •quale noi l' abbiamo appreso, .il p,rincip.io che è oonosc!uto nel vocabolario scientifico sotto il nome cli principio edonistico consiste app,unto nel procurarsi il massimo di soddisfazione col minimo sforzo possibile. Si è scritto a questo proposito un interessante libro che è considerato come la sintesi di tutta l'economia politica e che s'intitola: « L'economia dello sf or::o >. L'autore .... è Yver Guyot. Egli stesso. Ma lo sforzo morale non riguarda l'economia, oh no! In questo dominio non è punto il minimo, è il massimo sforzo che rappresenta lo scopo. Quale errore il credere e il ripetere ogni giorno che Ì'l self-help, Io ·sforzo egoista, rappresenta il più alto sforzo dell'energia indiviclluale ! Ma, scus,at,emi, per,chè il fatto di aiutare gli altri non costituirebbe uno sforz.o altrettanto e più intenso che lo sforzo per sè stessi, e non costitufrebbe una sorgente di energia più feco.ncla ancora? Tender,e la mano ai propri simili può richi,edere più vigore che somministnargli un pugno. Voi gettate qualcuno nell'acqua per insegnargli a nuotare: ecco il selfhelp. Benissimo. Ma continuate. Gettate ancora un altro

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