Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

« vole ciascuno. Egli dunque, i sediziosi tutti danna alla morte; i gic- « vani, fatta una scelta fra I più grandi e avvenenti, li destina al trionfo : « della moltitudine, i di là dai 18 anni inviolli per lavoranti in Egitto; ma « li più furono da Tito stesso distribuiti, per le provincie ad esservi nei teatri « disfatti dalle bestie o dal ferro. Quelli che non varcavano la detta età furono a venduti. Ma in quei giorni medesimi, in cui Frontone ne faceva la cerna, ne « morirono undicimila di fame » (i. O. e. 9). « Mentre Tito dimorava a « Cesarea celebrò con gran pompa il giorno natale di suo fratello, aggiun- « gendovi in onore di lui il, supplizio di una.gran quantità di Giudei; per- « clocch6 il numero dei periti tra nel pugnare con le fiere, e di fuoco, e « nel battersi insieme, sorpassò i ducmila cinquecento! IncliTesare venne « a Berito, e qui ancora come innanzi disertò buon numero di prigioni » (t. 7. c. 7). Ecco qual era il fratpllo di Domiziano, che la buona anima dello abate Pietro Metastasio ci dipinge nella Clemenza di Tito tenero cosi, da far piangere di passione quante femmine odono, o leggono. Io poi ho voluto riportare questi brani di Giuseppe Flavio, onde i poco versati nelle storie non si lascino sorprendere dalla reputazione di tali tiranni della umanità, e stieno in guardia contro le ipocrisie vecchie e nuove. Le 'parole nulla contano, e i fatti poco, dove non sieno continui, diuturni, e non diversi mai. (5) GIULIANO, i Dodici Cesari. DOMIZIANO. (6) PETRARCA, Canzoni.

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