Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. XxXl. - L' ULTiMA Op.A. 601 del sole; i nobili , i chierici e i. curiali alla una ora di notte, cardinali, i principi e i baroni romani alle due e mezzo di notte. I cadaveri di Beatrice e di. Lucrezia, e le miserande reliquie di don Giacomo rimasero esposti fino a ventuna ora a piè 'della statua colossale di San Paolo, inalzata a capo del ponte Santo Angiolo : quinci remossi, erano traslocati-prima al Consolato dei. Fiorentini, poi alla Misericordia. Alle ore tre di notte il corpo di donna Lucrezia veniva consegnato a don Lelio suo fratello, che, a seconda del desiderio della defunta, gli diè sepoltura nella chiesa di San Gregorio. Gli amici di casa Cènci procurarono che le membra di don Giacomo fossero tumulate in uno dei sepolcri, che aveva apparecchiato ai suoi figliuoli la immanità di Francesco Cenci. Le sette vergini non abbandonarono Beatrice poichè fu morta; ma vinto in esse il ribrezzo della carità, le resero gli ultimi uffici lavandola diligentemente, vestendola di splendidi abbigliamenti, aspergendola di acque nanfe, e tutta circondandola di freschi fiori: la ghirlanda di .rose le riposero in capo, ed un'altra di rose bianche le cinsero intorno al collo, dividendosi fra loro le prime tinte nel sangue della cara fanciulla. Da tutte parti furono veduti convenire nuovi drappelletti di fanciulle biancovestite, per rendere onore alla sventurata sorella; gli orfani, e tutti gli ordini della religione francescana. Cinquanta torcie circondavano la bara; e tanti. furono i lumi accesi alle finestre nelle strade .per le quali passava la processione funebre, così copioso il nembo dei fiori piovuto sopra la bara, che il popolo minuto paragonandola con quella del Corpus Domini, ebbe a dire averla superata di due colanti.. Alternando meste salmodie la processione pervenne sul monte Gianicolo alla chiesa di San Pietro Montorio, dove stava apparecchiato un, feretro, e quivi la deposero. Allora più dolenti rinnuOvaronsi• i canti; aspersero di acqua benedetta il corpo infelice, e con molti gemiti le mandarono l'ultimo addio. Però la folla non isgombrò di subito la chiesa: a coloro che uscivano altri succedevano-, come i cattolici cOStunlart0 il. giovedì santo per la visita del Santo Sepolcro; e così la notte si produsse fino alla ora sesta. A questa ora infrequenti i passi calpestano il pavimento della chiesa. L? ostiario annunzia che la chiesa sta per chiudersi, e, lasciato trascorrere altro breve spazio di tempo, parendogli che fossero usciti tutti, girò la grave porta sopra i cardini, e con vigorosa spinta la chiuse.

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