Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

530 REAT Ri CF, c kni debbo di taluno dei chiamati, (asser toltt ai legittimi suoi stie;, cessori maschi di maschio... Il 'vecchio pontefice a queste parole declinò la testa, e le sue pupille traverso i sopraccigli irsuti parvero fiamme dietro una siepe di rovi; il cardinale di San Giorgio levò la sua; e con l' an- golo 'esterno occhio sbirciò il papa. I -due sguardi parve si cambiassero una parola, e questa per certo fu: — Costui bisogna che sia dei nostri... — Felice Olimpia! — riprende a dire l'avvocato — felice, che rinvenisti orecchio per ascoltarti benigno , -ed incontrasti il Padre dei- fedeli sollecito a sottrarti agli empi disegni dei genitore, mercè onorevole parentado. I cieli non concessero alla signora Beatrice silfatta ventura; la sua voce, fra il trambusto di tempi agitati, in mezzo al fragore delle armi, e alle grida di trionfo Per la recuperata Ferrara , non venne intesa. Del suo. memoriale, che dal profondo della _miseria ella rivolse allo eccelso Vicario di Cristo,- non occorre più traccia nella cancelleria, se togli l' appunto del giorno in cui fu consegnato., .ela testimo nianza dei!' ufficiale che lo ricevè. In questo modo sLchiudiyvano a lei , quelle ,vie, che si apersero altrui; solo egli era destino che rimanesse la misera - abbandonata da tutti , esposta', novella Andromeda, sopra lo scoglio della necessità , ad essere divorata da mostri più crudi di quello che superò Perseo! - A me prende ribrezzo raccontare le atrocità commesse dal conte Cenci contro la sua figliuola Beatrice. Ah! perchè la natura mi fu avara di un cuore -e di un ingegno pari, a quelli che prodigò al fisco, ond' io mi compiacessi a esporre...le parole piene di vergogna con le quali il tristo vecchio contaminò le orecchie castissime di Beatrice, e l' empietà con. le quali inge gnavasi depravarne la virginea intelligenza? Nè gli giovarono .i lusinghe, le inverecondie, le cieche: ire, le insanie trucissime„le carceri disoneste , le lunghe fami, i sonni spaventati, le .affannose vigilie, i colpi, le ferite , e il sangue co' quali egli tentò superarla. - Noi vediamo un cadavere con la gola squarciata; noi raccapricciamo a mirarlo.., è un vecchio... è un padre trafitto dalla propria figliuola: nessuno lo nega... ella il confessa:— oh! anche a me il freddo penetra le ossa, e i denti baidono per orrore; ma via, facciamoci coraggio; osiamo :investigare qual fosse, prima di diventar cadavere, costui. Schiusa, come ladro notturno, pianamente la porta della stanza ove gemeva la sua desolata figliuola, avvolto le nude membra dentro una ~arra, si accosta al letto della giacente: ella dorme e piange, perchè alla infelice non sono amici nù anche- i sonni. Egli, il sacrilego,

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