Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. XXV. - IL GIUDIZIO 529 certi suoi pensieri con la seguente formula: egli bisogna che sia con noi, o contro noi. Intanto il Farinaccio prosegue: — Qui noi vediamo un cadavere, la gola squarciata da larga ferita. Chi è egli? Un padre. Chi lo ha trucidato? Sua figlia: ella senza impallidire lo dichiara; senza rimorso il confessa; anzi, se non lo avesse fatto, bandisce che tornerebbe a farlo. E chi è questa femmina dai truci pensieri, e dai fatti più truci? Eccola; una fanciulla di cui il-sembiante par formato dalla mano degli angioli, onde quaggiù si mantenga il tipo della celeste purità. La Innocenza può baciarla in bocca, e dirle: ave, sorella. La Mansuetudine parla come lei, come lei sorride. Non vi ha persona che lei non esalti, e levi a cielo; di molti ha sollevato i dolori, ha pianto alle angosce di tutti. Che cosa mai può avere sospinto la egregia donzella allo esecrando attentato? Domandatelo al Fisco, ed egli ve lo dirà. È stato il diavolo. Oh! il diavolo, se l'avesse veduta,!' avrebbe tolta in iscambio di un angiolo, e l'avrebbe adorata; :e noi sappiamo che il diavolo sopra gli angioli non ha potenza: i procuratori fiscali poi non vanno im- !Mini da siffatto pericolo perchè nessuno li estima angioli, ne anche se stessi. Lasciamo pertanto il diavolo a casa sua, e discorriamo di cause più umane. Forse la cupidità del danaro? A sedici anni la gentil 'donzella pensa al danaro quanto lo usipinolo , ch' empio delle sue melodie le valli in una bella notte di estate;',vi pensa quanto la farfalla, che tuffa le ale nel raggio del sole di maggio. A sedici anni la fanciulla è tutta amore pel cielo e per la terra: questi due amori si confondono in lei, sicchè il suo primo amore per oggetto terreno ritrae sempre in se qualche cosa di divino. Ma poniamo, via, che in lei allignasse vaghezza di pecunia; come mai poteva questa condurla allo abbominevole misfatto? Il censo, ch' ella redava copiosissimo dalla madre, il padre non poteva menomarle, nè torle: folle consiglio sana stato in lei la fiducia di ottenere o tutto o parte del paterno retaggio libero dai fideicommissi, avvegnachè Francesco Cènci, il quale non si era proposto altro fine che quello di spogliare i suoi -figliuoli degli averi, della fama, e, se avesse potuto, della vita, non si sa come si sarebbe mostrato pietoso unicamente con lei; e peggio che follia sarebbe stato per la signora Beatrice sperare nei beni fideiconiniissarii di casa sua (e qui levò la voce più sonora che mai) chè i beni fideicommissarii per comune consentimento dei dottori non possono per veruna causa o pretesto, neppure per fellonìa, alto tradimento, o par- 61

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