Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

522 DEATRICE ciam Oh, fra i tristissimi, egli è pure il tristo mestiere quello del procuratore fiscale! Ed anche questo perchè mai esercitato? Per un tozzo di pane. Ma quanto più onorato il pane molle di sudore dello artigiano! •Quanto meno reo .quello intriso dalle la,- erime del servo della pena! Essendo costoro provvisionieri del patibolo, dovrebbero cibarsi co' rilievi del supplizio. Qual. differenza sovente corre fra essi e il carnefice? Certo, se ve ne ha, torna in vantaggio del carnefice: senza odio come senza viltà egli tronca col ferro i meschini, cui il procuratore fiscale ha già assassinato con la parola. Un, giorno Dio li giudicherà; ed io per me penso, che la misura del primo sarà trovata a paragone più lieve. Ma • le parole che montano? Cotesti maladetti dal Signore, co' presagi del vituperio in • questa vita e, della dannazione nell' altra si fregano i denti bianchi di pesce-cane come con una rappefta di :finocchio, e .tirano. innanzi, fischiando, a rigare il mondo con una traccia di sangue. Dei difensori fu primo ad. arringare l' Alfieri per Lucrezia Petroni, il quale con graziosa gravità favellò in questa sentenza: molto col s'ho. ministero e con se stesso rallegrarsi, per non dovere spaventare i suoi giudici con immagini ricavate . dallo inferno; bensì corrergli obbligo di supplicarli a volgere lo sguardo sopra una matrona pia e mansueta, e di levare un- grido, di vendetta non già, riprovatissimo .in ogni luogo, e davanti ogni consesso di cristiani; davanti poi il Vicario di Gesù Redentore e giudici piissimi abbominevole ; bensì grido, che unico possa suonare degnamente nei tribunali, ed è,: « Giustizia! giustizia! » Ricercando in processo le cause muoventi al delitto, dimostrò come veruna di quelle accennate dal fisco convenisse a, Lucrezia Petroni. Non la cupidità, conciossiachè nulla ella avesse a sperare dalla morte del marito Cenci, ,succedendo il coniuge al1' altro coniuge intestato in esclusione del fisco soltanto; e qui invece essere conosciuto da tutti come il Conte Cènci avesse fatto testamento, per ,diseredare chiunque- con vincolo- di parentela gli appartenesse :- per la qual cosa ad appagare l' empie voglie della sua cupidità, quando mai l' avesse concepita, ,ostavano gli eredi necessarii e il testamento. Non può averla mossa il rancore, avvegnadio ingiurie ed offese ella avesse sofferto ben molte per la parte dello -efferato marito,, ma non essendosi fatta viva mentre tuttavia giovane e bella se ne sente angoscia in ragione del diritto che la donna crede di possedere a non doverle sopportare, era, non che inverosimile, assurdo eh' ella agognasse vendicarle dopo tanto spazio di tempo, e quando erano cessate, ed allorchò gli anni volgendo a vecchiezza, il sangue scorre più

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