Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. 'XXV. o- IL onoro 523 languido' nelle -vene, e l'animò,. anco nelle nature irrequiete, assume più miti consigli; specialmente poi vendicarle con partito così atroce 'ad un punto, e pericoloso. Se le sevizie ( le ingiurie alla fede coniugale io metto da parte) avessero perdurato, donna Lucrezia ricorrendo ai tribunali avrebbe ottenuto la separazione dal marito; la quale in quanto al vincolo non concedesi, ma in quanto al domicilio, o toro, sì: nè a lei mancavano aiuti di parentado potentissimo, nè, provveduta di larga dote,. le era mestieri starsi presst al marito per timore di pecunia, o di scarsi alimenti. - Molto meno aversi a credere le 'tentazioni diaboliche; Imperciocchè, sebbene alle tentazioni del maligno andiamo tutti soggetti, pure, e la nostra santa religione lo insegna, o ne vanno immuni, o 'le superano le anime zelatrici della pietà,. Ora, qual donna si mostrò 'più devota di Lucrezia nostra? Il Fisco stesso, quantunque poi lo ritorca in nostro danno fa fede della pietà di donna Lucrezia allorquando finge, che la strage di Francesco Cènci fosse differita per reverenza della - festa della'Beata 'Vergine: ma io vo' che il Fisco sappia,' come una femmina' penetrata 'dà tanto zelo di religione non offenderà, nè il giorno della 'sua festa, nè mai, la Madre di ogni misericordia, la mediatrice di ogni perdono. • . E qui l' avvocato o s'ingannava, a tentava ingannare altrui; imperciocche'la, esperienza abbia dimostrato e dimostri, come la devozione sincera ( di quella ostentata per ipocrisia non- è da 'parlare) vadano congiunti i consigli più tristi. Basti rammentare per tutti Giacomo Clemente, uccisore di Enrico III, il quale si apparecchiò alla strage' col conforto del pane eucaristico, é con le discipline più solenni della nostra- religione. Certo egli è duro avere a chiamare devozione sensi sì iniqui; ma ciò giovi ad, am- •monirei, -come anche delle devozioni se ne dienò di più manie- ' re: quella che cireonda la morale con una corona di opere pie e generose, e questa come santa deve riverirsi; e l'altra che, ammogliatasi col delitto, si avviticchia com' erba velenosa intorno alla croee, ed bassi a considerare come scellerata'; e di, questa ce ne ha molta, anzi troppa; e i sacerdoti, non che sbarbarla, la fecondano a tutt' uorrici per ignoranza, per errore, e per interesse. E. s' io dica. il vero lo chiarisca l'antica tariffa della Curia Romana, che indica il prezzo col quale il malfattore può ottenere l' assoluzione di qualsivoglia delitto. Continuando lo avvocato prese ad esaminare atto per atto il processo, affaticandosi con sottile industria a rilevarne •-le irregolarità, e le contradizioni dei deposti, la debolezza delle prove. Oncluse supplicando la coscienza dei giu!lici a non

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