Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

g BEATRICE CÈNCI Gli staffieri udendo simili parole sogguardavano l'uno l'altro facendo spallucce ; ed uno fra loro, il più audace, sussurrò fra -i denti: — Che il diavolo si sia fatto cappuccino? — Felici! felici! — ruggì Francesco Cènci dando libero sfogo alla collera male repressa; — e vengono a dirmelo proprio in faccia r Lo hanno fatto a posta per tormentarmi con la vista della loro contentezza! Questo giudico il più atroce insulto, che io mi abbia sofferto da un pezzo a questa. parte! Marzio ! Va, corri tosto, e 'raggiungi Olimpio; ricondu.cilo qui,— affrettati, dico; se torni, prima che suoni P Angelus, insieme con lui, ti do dieci ducati. — Io vi farò vedere se, senza piangere lacrime di 'sangue, uom possa venire a dichiarare in faccia al conte Francesco Cènei, ch' egli è felice. In questo punto, e certo non gli fu ventura, ecco entrare pian piano il degno sacerdote: Omnes sitientes venite ad aquas, giubbilava dentro il cuor suo, eomecdhè stringesse in fascio i lembi della toga stracciata; ma da cotesta beatitudine lo trasse fuori il cupo brontolio di Nerone. Il prete ( tanto scordevole egli era delle ingiurie più triste! ) si risovvenne allora del cane nemico, e parve la moglie di Lot quando si volse in— dietro a guardare lo incendio di Sodoma. — Silenzio, Nerone! — Reverendo, accostatevi senza sospetto. Il Prete, ripreso alquanto di coraggio, mosse qualche altro passo à sghembo come costumano i granchi; e, invitato a *sedersi, si pose sopra P angolo estremo della sedia, rannicchiato a modo di civetta sul canto del tetto. — Parlate, Reverendo; sono ai vostri comodi. —Ed io punto ai miei, — pensò il prete, ma non lo disse, e invece favellò: —La fama... Nerone udendo la voce del prete torna a brontolare, e il prete subito si drizza impaurito', sgridato il cane si riacqueta, e il prete si attenta da capo ad aprire la bocca. Badando sempre con occhio obliquo la bestia, che malediceva in cuor suo, egli riprese:

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