Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. XXIV'. - IL gAatIFIZTO in che si trovava il iirocesso, e per 'ultimo" eenCluse:- Ora poi vostri e per voi, io, dopo averci meditato con quella, maturità che il negozio richiede , non vedo altra via di saluto se non questa una, ed è: che voi confessiate liberamente, vostro padre essere - caduto spento dalle vostre mani... Beatrice Io interruppe con un grido di sorpresa: ella lo guardava fisso come trasecolata. Se •cotesto era scherzo, il tempo, il luogo e la condizione sua lo rendevano crudele; - se consiglio, e allora così le pareva mostruosamente strano, che pensò davvero, o ella o l'avvocato avere perduto il bene dello intelletto. Il Farinaccio, dagli atti del sembiante argomentando la sua stupefazione, soggiunse: Comprendo bene che deve parervi singolare il mia consiglio, e non pertanto io mi chiamo parato a chiarirvi sopra tutti i vostri dubbi. — Ora come, interrogò con voce alquanto alterata la Beatrice, dopo tanti tormenti sofferti per salvare la mia bella fama, io da me stessa mi lacererò le viscere, lasciando il mio nome argomento di orrore pei posteri, mentre io divisava lasciarlo di compassione e di rammarico? Gentil donzella, soffrite in pace ch'io vi dica cosa incredibile, e vera. Tutti credono che voi abbiate ucciso' colui, che ormai vostro padre non •può' chiamarsi senza oltraggio della natura; alcuni ciò fanno per un fine loro particolare, e che a parer mio consiste meno nell' odio ingiusto contro la persona vostra, che nell' appetito disordinato della vostra sostanza: gli altri poi lo credono perchè vi vogliono bene, e piace alla immaginativa loro considerarvi come donzella mirabile, e vi salutano più virtuosa di Lucrezia, più forte di Virginia. Il popolo vi ha posto prima in questa trinità di fortissime donne romane, e la sua finzione adora: se alcuno tentasse di sgannarlo adesso, oltre al non prestargli fede, lo detesterebbe; forse anche trascendendo sarebbe capace usargli mal tratto, come quello a cui parrebbe essere privato del suo patrimonio di gloria. Amore di popolo è amore di Giove, che per soverchia ardenza incenerì- Sémele. Dove io su questa impugnativa fondassi la difesa, perderei a un punto me stesso, e voi non salverei, Voi pertanto negando non arriverete a persuadere 'nessuno che vi asteneste dalla strage paterna, nè preserverete i giorni vostri nè di colui, che per amarvi altamente vi perdeva; dacchè i giudici considerino le prove raccolte in processo sufficientissime alla vostra condanna come parricida, e la pratica dei nostri tribunali conceda facultà; attesa • 64

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==