Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

`79 n T (1) Papa Clemente VIII. quando mosse da Roma per prendere Possesso .. deI ducato (lì Ferrara rapito a doti Cesare , che ti' era stato istituito crei le da Alfonso d' Este il , nel visitare la ..chiesa di Loreto vi lasciò in voto due gambe di argento massiccio, forse. - per grazia non •ricevuta : della guarigione della podagra ; e dico per grazia non ricevuta dacc alla podagra gli si aggiunse.anehe laphiragra, la quale nel giubbileó. bandito nel 1600 non gli perrrietleva di lavare i piedi ai poveri pellegrini che con una •mano sola,: e questo non sempre , contentandosi allora di asciugargli soltanto ; mentre colesta opera santa era esercitata 'da . 00 fiori di virtù del cardinali Aldobranditio, a .Passero. GtovAnit STrimoA,. Pila di Clemente VIII. Cav. ARTAUD DR. MouTon, 'Vita del medesimo pontefice. (2) a Quidnam volto hoe esse i' Alli autetn itriclentes dicebant : quia pieni sunt.mosto». Acta. Apo.st. c. Il. nn. 12-13. . (3) Quando prima arrise. al prete la speranza di tenere soggetti popoli, C re; Sostenne la volontà regia nulla se tion'era santificata 'da' lui. Scaduto dalla superba pretensione si adattò alla parte di vass.allo, vestì livrea; e, contentandosi di tosare di seconda mano , bestemmiò voler sovrano formare legge .pel:Suddit6 anche quando Contraffacesse al precetto di Dio. Antonio Perez, consultato il reverendo padre Diego de Chaves se potesse, senzapee7 calo, obbedire all'ordine' di Filippo II, che gli comandava assassinare d' Escovedo segretario di don Giovanni' di Austria, ne riceve la siegUenfe risposta: « Et principe seglar, che tiene poder sobra la vita de sus subditos, y. va- « sallos comnse la puede quitar por jusla causa, y por juyzio formado, la «. puede:hazer sui el • tela •de loslityzios .es nada' por sus leyes, ett 'las «. quales el rnismo puede dispensar. No tiene culpa ci vasallo que por ..sn « mandado. matasse a otro, que tambien fuere vasallo suyo, por que se ha da « pensar que lo manda con justa causa, como .el dereeho presunte que la ay « en todas les acciones del principe supremo Itelaciones di Antonio. Perez, eli.' dai MiGNET, Antoine 'Perez. et PhiliPpe II, p. 66, (4). Intorno ai fatti del conte. Peppol.i. e del duca Farnese, vedi GREG0'.. tuo LETT, Fita di Sisto P, hO. III. p, 2. . . • • '(8) 'Nei governi dispotici, il duCa .di Wintoun diceva . che lo ufficio del giudice, come presso i barbari, si-confonde con.quella di carnefice. Verona animale. è più schifo del ,giudice arnovibile allo stipendio .del tiranno. Ricorda la storia che nei tempi 'antichi, durante il processo di Giovanna di Aree, al cimiteri° di Santo Ovanio il carnefice assisteva al giudizio per esser pronto a giustiziarla appena, condannata! itliCHET,ET„Storia di Franeia, v: p. 163. — Ai tempi nostri un' re mandava - ai suoi giudici•sentenziassera presto, .perché prima di sera voleva fucilare i prevenuti. (6) Nerone si ricordò di . Fpírarí ritenuta . per indizio di Procolo ; e non credendo che-una donna reggesse als dolore, ne comandò Ogni strazio. Ne verga, ne fuoco, ne ira•di martorianti ilei non sapere sgarare una femmina., la fecero confessare, e vinse il primo di. Portata il seguente ai tormenti medesimi in seggiola, non potendosi reggere sopra le • membra lacerate, si trasse di seno una, fascia , l'annodò alla seggiola, incalappiò la gola stringendola col peso del proprio corpo, e trassene quel poco fiato eh vi era. Esempio memorevole, Che' una femmina libertina volesse salvare gli strani , e •quasi. non. conosciuti,' quando gl' ingenui .uomini senatori , .e cavalieri scUoprivano i più cari'senza !orinerai. rAcit.o, Annali, l. .XF. t,d/gctrf,zza.- mento del Davanzali. • - (7) II supplizio di Mezenzio era legare un vivo con un morto, e cosi lasciarlo finché ancora egli si morisse. a Quid mernorem infanda caedes ; quid farla tyranni Effera ? Di Capiti ipsius, generique reservent. Marina quin etiam jungebat corpora vivis Componens manibus martus; alque oribus Ora ( Tormenti genus ) et sanie, taboque fluenlis CoMplexti in Misera longa sic morte necabat • VIRGITJUS, Aeneid. l. Fili. v. 481 ma. .

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