Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

472 BEATRICE ChICI le acque scaturirono sotto la verga del santo pairiarea Moisè: in quanto a lui sentirsi profondamente travagliato per le torture alle quali, così imponendo i penosi uffici del suo ministero, aveva dovuto sottoporre la Beatrice; ormai non gli reggere più l'animo di proseguire;- venissero eglino in suo aiuto per vincere cotesta mente ostinata; di ciò supplicarli da verace amico, e da cristiano; qui il &dice non entrare ,per nulla:. di questo andassero persuasi, non poter eglino desiderare patrono od avvocato che più fervorosamente di lui zelasse la causa loro presso. Sua Santità. ' Egli è così lieve ingannare chi si assicura! Riesce tanto gradito prestar fede a quello che si desidera! Così hanno i miseri sete di conforto, che i fratelli Cènci e la Lucrezia Petroni si abbandonarono affatto in balia del Luciani; il quale, diventato mansueto, promise loto di non farli separare più mai. Vinti e ingannati, adesso se li spingeva davanti a ,se; e gli si leggeva malu- festa nel volto la superbia del trionfo. Le vittorie della forza sono ellen() forse più, o meno gloriose di quelle della frode? Lo ignoro: io so unicamente, che forza e frode nacquero gemelle nel ventre della ingiustizia. - Quando i due Cènci e la Petroni videro l' osceno strazio del corpo divino di Beatrice, e lei in sembianza di morta, proruppero in pianto irrefrenato, e le s'inginocchiarono dintorno baciandole i lembi -delle, vesti.., non osavano toccarle le mani lacerate, per tema d'inasprirle i suoi dolori. In verità di Dio stringeva il cuore contemplare quei derelitti, con le mani legate di catene, » starsene genuflessi intorno alla donzella svenuta tutti in se raccolti, come se l'adorassero. - Così per lunga ora rimasero: quando Beatrice rinvenne, e prima' assai di riaprire gli occhi alla luce, la percosse un rammarichi° doloroso, onde tenne per certo di trovarsi colà dove si purga lo spirito umano, e diventa degno di salire al cielo; la quale opinione tanto più le venne confermata quando, riacquistato il senso della vista, si vide circondata dalle care sì, ma squallide sembianze dei suoi diletti. Del quale successo quasi contenta, esclamò:. — Finalmente, la Dio grazia,, sono morta! E richiuse gli occhi; ma gli spasimi, che cocentissimi la travagliavano, l' avvertirono pur troppo com' ella fosse sempre in vita. Riaperse pertanto le palpebre, e continuò: — Alli! diletti miei, come mai vi riveggo?... — E noi come rivediamo te, Beatrice? Ahimè! ahimè! . . Decorso alquanto tempo don Giacomo si levò iii piedi, e Io strepito delle catene intorno al NO corpo servì di esordio lugubre al seguente discorso, ch' egli indirizzò alla sorella:

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