Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. XXIII. - I GIUDICI 465 per notte tempestante apparisce a vicenda, e scomparisce _sul dorso, o nel gorgo dei marosi, segno funesto. di prossimo naufragio a cui palpitando la contempla dalla riva: solo irrequieto durava in lei il senso dell' ambascia, il quale con le sue trafitte rammentava a quel _cuore sicuro non. già di cedere, bensì il proponimento di morire in ,silenzio. Il terzo. giorno gli sbirri tornarono per lei, che il Luciani chiamava a nuovi strazii. Ormai rassegnata al suo destino, ella non repugnò .andare; solo li supplicava con voce soave volessero di tanto aspettare, che si fosse vestita: e poichè i manigoldi 'capirono che così ignuda,.' coni' ella era, dinanzi al tribunale non la potevano trarre, risposero acconsentirebbero attendere; però.fos- . sere brevi gl' indugi, dacchè i giudici, stessero adunati,.e non con veniva ai colpevoli farsi aspettare. Intanto cbe Beatrice, sovvenuta dalla figlia del carnefice, si vestiva, così favellò: — Senti;sorella mia; se ,mi chiamano, lo sai, e' lo fanno per tormentarmi: era io dubito forte di rimanere morta fra le torture, come vidi :accad'er'e, 'a quel povero Marzio; e come ho provato -con lo- esperimento proprio, che potrebbe pur troppo succedere anche a me: però io intendo non già ricompensarti della tua carità, Virginia mia, bensì lasciarti un ricordo di me svenr turata. Tu ti prenderai tutti i miei parmilini e le vesti, che ho qui meco in prigione ... e tieni... prendi ancora questa croce; che fu della signora Virginia mia madre.; a patto ... che se io torno viva dal tormento, e.posa in altro modo lasciarti ricordo di me, tu me la renda.; avvegnaehè vorrei che fosse, sepolta meco. Di queste viole, ahimè! innaffiate di pianto; e cresciuto al raggio del sole che, penetra obliquo e ,tristo per -le inferrate della finestra, tu, finehè, durano, ne farai ogni giorno un mazzetto, che offrirai alla immagine della Santa Vergine che tengo a capo del letto... anzi... ascoltami... Virginia, - e qui si fece per la faccia tutta vermiglia, e favellò più lasso,- tu devi sapere eh' io ho ... oh! no ..". io ebbi un amante grande , bea fatto a maraviglia, e buono; .ed 10:1' amai-, ed egli mi amò, e tuttavia io credo che svisceratamente mi ami; ma in terra uniti noi non potremmo essere mai... e dubito forte se un giorno anche in cielo.., colpa non mia, ahimè! - Tu prenderai cotesta immagine, e t' ingegnerai penetrare fino al cardinale Maffeo Barberini , e gli dirai che gliela mando io onde procuri che l' abbia ilT suo amico , e gli faccia nel punto stesso sapere com' io sovente abbia pregato davanti a lei per la salute dell' anima sua: bada, tienlo bene a mente, per non avertelo a scordare; ed aggiungerai...

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