Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. xint. mentél 451 di soverchior scortese, accettai, manifestando subito il desiderio di essercondotta in Castello Santo -Angiolo. « Subito; la rimanga servita, disse: uno di quei gentiluomini; e affacciatosi allo 'spor- tello ordinò, al cocchieret a, Castello Santo Angioto » Appena egli ebbe profferite queste parole ecco i cavalli s'inalberano, prendono a imbizzarrire, e . quinci in breve a scappare via rovinosamente: andammo di su e di giù, percorremmo in tutti i lati la città: a• me pareva trovarmi nella botte in cui i Cartaginesi misera ,Regolo, sudava acqua e sangue pensando all'ira del papa. Finalmente i cavalli si acquietarono, e i gentiluomini, forte•rammaricandosi dello accaduto, non senza molte cerimonie 'mi deposero alla porta ,delicastello: io gli ringraziai con la. bocca, mentre li malediceva. largamente col cuore. Nello affrettarmi con celeri passi cavai l'orologio di tasta, e vidi che mancava qualche minuto alla un'ora e mezm• di notte. Riprendo animo, e; rinforzato il' correre, mi trovo davanti al castellano;. a cui metto, senza potere far motto la carta 'nelle mani: egli la prende', la legge, la volta sotto sopra; e poi mi sbarra in viso due occhi stralunati come avesse dato: volta alle girelle. Gli domandai che cosa aveva, ed ci rispose, Che ore pensava che fossero: •ma , ripresi io, l'un'. ora e mezza di natte circa. - Domani. torneranno; per Aggi .contentatevi che ‘sieno le. tre. - Le tre? -,Le tre, e • garantì° lì lì per suonare. - Io mi trassi l' orologio di tasca, che in quel punto segnava le due meno cinque minuti,• e gliela posi saltò gli occhi. Nel medesimo istante all' orologio del castello . batterono tre..- Le trame dello astuto cardinale apparivano manifeste; ci aveva gabbata tutti, e me . peggio degli . altri. :Quando al Santo Padre venne . riferito il successo, non .s'incollerì punta, ,com'ia aveva immaginato, 'tal cardinale Farnese; all' opposto, quando lo. vide; gli' andò' inContro congratulandosi dell' arguzia e diligenza sue ;, me poi, •allorchè mi-condussi ai santi piedi per iscolparmi, non volle ascoltare; ma squadratomi bieco, con labbra tremanti (li rabbia mi. disse: « Toglimiti dinanzi in tua malora, e ringrazia Cristo s'io non mando adesso adesso in galera ». Io non me lo feci ripetere' due volte; ma lascio considerare a vostra Eminenza s' io mi meritassi siffatto rabbuffo (4). --Consolatevi, via, signor Presidente: vedere, l' ora del risarcimento non manca mai a cui la merita, e la sa aspettare.. Orsù, andate, ed attendete al negozio, ch' io in nome di Sua Santità vi raccomando. • . Il presidente Luciani inchinandosi fino al pavimento: rinnuovò la sua alleanza con la polvere,. e .prese commiato. Nel condursi . -58....

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