Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP.' xxiii - I edurrici 453 • infiammato dai desiderio di venire a capo del suo disegnOy!ci aveva messo troppo più mazza he- non •ci bisognava. Le pupille del Luciani oscillarono . corruséando , come quelle - delle belve prima .di: spiccare il salto; e la parola prorompendo impetuosa gli si rompeva fra i denti. — Certo, balbutiva costui, certo, Eminentissimo., col signor Moscati non( ci era verso di trarre un ragnatelo dal 'buèo: gli avevano fitto .in testa certi scrupoli.... lo assalivano tali uggie... tanti•.rispetti, che nemmeno io. mi sapeva dove mi trovassi. La s' immagini, Eminentissimo, io -lo sperimentai renitente -perfino ad applicare-Beatrice Cènci- alla tortura' preparatoria monentibus indiciis, mentre (Dio - mi guardi da formare giudizii 'temerari), a me sembra chela prova abbondi per farla impiccare, domando perdono del lapsus linguae, essendo ella .nobile) per farla de- capitare dieci volt. — Guardate un po'" voi! — esclamava maravigliando il Cardinale, ed !alzava a.mbe le mani. . — E quando.' dubitai che la potesse essere ammaliata, considerando la. perspicacia dello ingegno e la pronta favella, niente all'atto naturali in giovanetta ingenua, mi fece spallucce come.se avessi pronunziato qualche eresia. La Eminenza vostra sa troppo bene, -come il diavolo- quasi sempre dia il dono delle, lingue a coloro cui, entra in corpo. • • ' Sua Eminenza all' opposto sapeva, pel- secondo capitolo degli Atti degli Apostoli!, che il dono delle lingue si .diparte dallo spirito,- e che quando, dopo la Pentecoste, gli Apostoli:scesero per la via favellanti in più lingue, le turbe non li giudicarono già-invasi 'dal demonio, bensì ebbri" di vinò dolce !(5): tuttavolta, non trovando il suo conto a.contradire. il giudice, approvò stringendo le labbra, ed abbassando la testa. • -- • Riposino pure sopra di me, continuava il Luclani, come su due guanciali; 'io sono avvezzo: a far presto, •e bene. Quando Papa Siglo mi mandò a Bologna pel negozio del conte Peppoli, io ebbi l'onore di darglielo spacciato nelle mani in Meno-d' una settimana... •— Ah! il povero: conte, che fu decapitato nen' ottantasei... — Domando perdono; 'Eminentissimo, e' .fu nel millecinquecentottantacinque, il venerdì dopo la. pasqua del Corpo di Cristo, nel primo anno del suo pontificato. Quel benedet•to conte ne aveva fatte' delle bige e delle nere; . sicchè anche i suoi nodi un giorno vennero al pettine. Caduto in potestà della giustizia, sicconf egli era di ricchezze copioso, potente - di- parentadi, e abbondante di partiti, non si trovava persona la quale si avvicinasse deporgli contra i per le quali -cose .si correva pericolo di doverlo metter

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