Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

438 BEATRICE CENCI. Ira; /A nasconde nel buio, e pollo tiene dietro alla lontana: l'ombra ascende le scale della torre, apre una stanza, ed entra: il iniò ,compagno si affretta a seguitarla; tocca la porta, gli cede; sia che non-vol'esse, od obliasse riserrarla colui, ehe andava avanti stimandosi sicuro. 1u cotesta carcere il Conte Cènei teneva' chinsa la figlia Beatrice in guiderdone della vita salvata... Dovrò io dire 'che co'sa traeva costà l' empio vecchio? No... ve lo dica il ribrezzo, che a voi, tutti padri, fa tremare le carni e le ossa..." è il mio compagno. gli si avventò sopra, e di coltello lo uccise, meno in grazia della mia vendetta, che per vendicare la natura; e fece bene: e' chiunque fra voi Sostenesse che non avrebbe operato altrettanto, io lo dichiaro qui, alla presenza di Cristo, più traditore di quello che .gli cliè la guanciata. Noi strascinammo il cadavere maledetto, noi lo precipttammo giù dalla loggia su- l' albero di sambuco. La. signora Bea-; trice fu desta al rumore del tracollo che fece il 'trafitto sul pavimento. Il lenzuolo rimase intriso nel sangue del Conte; ma nè ella il vide, nè ella lo diede alla lavandara, perchè cadde tramortita nella prigione ; e quinci tratta semiviva, giacque più giorni in letto travagliata da fieriSsima convulsione. Olimpio ammazzai io, e come, e il perchè vi dissi... A' Napoli confessai quello che vollero, •per forza di tormenti... questa è verità... ogni altro menzogna... Ora di me fate quello che vi piace. - Intanto, concludendo, ringrazio di Nero cuore Dio, il quale mi ha dato tanta lena da finire... perchè tornare da capo io non potrei... E ciò detto cadeva giù in tetra un' altra vOlta, se mastro Alessandro prontamente non lo soccorreva. — Ditemi, signor Presidente, non ci sarebbe pericolo eh' ella lo avesse stregato? - sussurrò il Lticiani, in aria di mistero, nelP orecchio hl Moscati; e siec'ome questi fece spallucce senza rispondere motto, il Luciani continuò a brontolare: - voi non credete a questo... vi pare novella.., badate a non la-' sciarVi allucinare dai lumi tenebrosi del , secolo, perchè io vi so dire eh' essi rischiarano un cammino solo,' %testo è quello che mena dritto all'inferno.' Al Moscati acerbamente dolse la petulanza del Lueiani tut-:-' tastroha; sentendo mettere in dubbio la sua fede, impercioecliò in quei tempi credere nelle shreghe fosse articolo di fede,' conio colui che piissimo uomo era Si scosse, e domandò risoluto al Luciaui: — Signor Auditore , e per qual causa dubitate voi elíé io non creda alle fattuceliierie ? Io ci 'credo benissimo; ma qui non

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