Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. XXII. LA TORTURA 431 di avvertire la curandaia provenire questo sangue da perdite copiose; e siete accusata altresì aver- fatto uccidere Olimpio dal bandito Marzio, per paura che costui rivelasse il delitto alla giustizia. Rispondete. — Posso io favellare? — Anzi vi s' impone: favellate apertamente tutto quanto valga a chiarire la giustizia, e difendere voi dall'accusa. -- Signori! Che io non VeniSSi educata a siffatti orrori, non importa che dica; vi • parlerò ingenua come il cuore mi detta, e voi scuserete la insufficienza mia. Di poco oltrepasso i sedici anni); me educarono la santissima madre mia donna Virginia Santacróce, e donna Lucrezia Petroni femmina preclara per pietà; nè gli •anni miei, nè gl' insegnamenti altrui persuadono a sospettare in me gli atroci delitti i quali appena , s'incontrano -nelle Locuste, ed in altre famose colpevoli, che pure mano a mano s' indurìrono a misfare. Posto eziandio. che la natura avesse voluto creare in me un prodigio di perversità, considerate, di grazia, come la indole atroce tanto non possa celarsi, che in parte almeno non trapeli, per così dire, novizia, prima che stampi profonde le orme nel sentiero della maledizione. Ora quale io mi sia stata, e come io abbia vissuto, vi, sarà facile conoscere interrogando gli amici, i parenti, e i servi di casa. La mia vita è libro che Si compone di poche pagine; •svolgetelo, consideratelo attentamente, e tutto. Poi, se non prendo errore, mi sembra che per giudicare con discretezza le azioni umane faccia di mestieri avvertire le cause, che possono averle per avventura persuase. Qual fine pertanto immaginereste voi, che mi muovesse a così enorme delitto4A Cupidità di averi? Ma la più gran parte dei beni di casa Cènci vincolati a fidecommisso cedono al maggiorasco. Dei benefizii, delle prebende, e di uffici altri sitTatti non si avvantaggiano le femmine. A me era ignoto, che il mio defunto genitore avesse per testamento disposto dei beni: liberi a favore di luoghi pii: morendo di morte violenta ed improvvisa, doveva supporlo intestato; e da questi beni del pari, come femmina, mi avrebbero escluso le leggi. La mia sostanza mi viene dalla madre, che il padre non poteva tormi; e, tra doti e- strgdotali, ho sentito dire che sommi a quarantamila scudi: sicchè vedete , che avarizia non ci può entrare. Io non nego, anzi confesso, che mio padre mi facesse passare giorni pieni di amarezza, e... ma religione vieta ai figli volgersi addietro a riguardare la tomba paterna per maledirla, onde io mi astengo da mettere 'troppe. e non degne parole su questo: bastivi tanto, Che volkttdo sottrarmi alle diuturne sevizie, e procurarmi meno tristo

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