Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. XXII. — LA TORTURA 417 di "torna, e Guido con essi. Per via occorsero nella squadra della corte, che tornava da perlustrare la campagna; e taluno di loro avendo interrogato il bargello, come fra gente amica 'sí, costuma, che nuove ci fossero, n' ebbe per risposta: « Uscimmo per caccia di pelo, ma ha fatto la BELLA; e a questa ora neanche caramella la pizzica ». ' -- Le carrozze che conducevano la fanaiglia Cènci fermaronsi Aperta quella nella quale stava chiusa Beatrice, le venne ordinato di uscire; e mentr' ella, obbedendo al comando, poneva il piede sopra del montatolo, al chiarore vermiglio dei lampioni che il carceriere ed i serventi portavano, s' incontrò di taccia a faccia col Cristo di marmo, da lei poche ore innanzi avvertito sopra le porte del carcere della Corte Savella. Gli volse la desolata ambe le braccia, esclamando nella effusione del cuore: « Mio Dio, abbiate misericordia di me! » E scesa, curvò la persona varcando la porta della prigione... vera forca caudina del pianto! Quando volse il capo per rivedere i suoi essi già erano tratti lontano, e tra lei e loro intercedeva un' onda di armati: come naufraghi divisi dall'e onde si rimandarono scambievolmente il saluto con un grido, che rimbombò doloroso di corridore in corridore per cotesta immensa prigione. A Beatrice fecero percorrere lunghi anditi, salire e scendere scale; poi in fondo di una stanza a volta apersero un uscio e la cacciarono là dentro: subito dopo richiusero l'uscio con impeto, trassero il catenaccio, a doppia mandata girarono la serratura, ed ella si trovò al buio in luogo freddo ed umido; inferno vero di vivi. Non mosse piede; da qual parte volgersi non sapeva: le tornarono a mente certe storie udite raccontare di trabocchetti, mediante i quali, a quei tempi meno ipocriti, non meno scellerati dei nostri, si toglievano di mezzo le persone, che non si ardiva condannare o perchè incolpevoli, e nondimanco odiate, o perciò troppo potenti. Ella ebbe paura, e si tenne ferma presso alla parete. Allo improvviso ecco col solito strepito si spalanca il carcere, e irrompe dentro una turba di laida gente affaccendata a portare acqua, e taluni grossolani arnesi accomodati alle prime necessità della vita. Non le proffersero conforto, non le dissero parola; tornarono carcerieri e serventi coni' erano venuti, chiudendo fragorosamente la porta. Beatrice aveva scorto da qual parte stesse il pancaccio ; colà si condusse tentoni, e sopra la estrema sponda inferiore si pose 53

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