Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. XXII.. - LA TORTURA 415 — Lodato sia; ma 1,a fatica del carbonaio è molta, guadagno scarso. — San Niccola protegge il carbonaro, e i suoi guadagni moltiplicano. — il carbonaro vive nei boschi, e lo circondano i lupi. — Quando i carbonari faranno lega co' lupi scenderanno al piano dove pasturano gli armenti, e pienderanno le stanze dei pastori. — Datemi il segno. - Eccovi il segno. - E furono tre baci: uno in « fronte l' altro su la bocca, il terzo nel petto. — 'Sta bene: 'voi siete dei nostri; non vi è che dire. Nondimeno mi pare stiano, andando composta la nostra consorteria di gente disperata unita insieme dalla povertà, e dal 'bisogno di di renderci dai soprusi degli uomini potenti: basta, forse anche voi sarete dei perseguitati. Che cosa volete? Quale aiuto domandate? Ma innanzi tratto segnitatemi in luogo più riposto. Guido pensava avere frainteso, dacché in cotesta grotta non' vedesse pertugio capace di condurre in altra parte: però rimase chiarito in breve, avendo i carbonari rimosso il cumulo del carbone, e sollevata dal pavimento una selce, che aperse lo adito a più basso, e segreto sotterraneo. Il carbonaro e Guido vi scesero per Una scala a pinoli, e tosto egli intese riporre la selce, e • sopra essa di nuovo ammonticchiare il carbone. In quella stanza si vedevano raccolte" masserizie e argenterie di ogni maniera, e, giusta la empia profanazione di cotésta sorte di gente, vi ardeva una lampada davanti la immagine di San Niccola venerato come -protettore dei ladri, e non meno' solenne nemico dei birri. I carbonari stavano da tempo immemorabile legati co' banditi della campagna, e li servivano da fattori nelle città: taluni di loro esercitavano a un punto i « due mestieri. La roba rapita trasportavano in città, e quivi gli argenti struggevano, e per interposte persone mandavano al conio: le Merci affidavano a certi loro amici mercadanti di Civitavecchia e di Ancona, i quali soprammare le spedivano a Napoli, a Venezia, o in • Levante; onde accadde talora che un gentiluomo veneziano ritrovasse presso qualche rigattiere del regno il suo mantello smarrito nella campagna romana, e un .barone napolitano si vedesse servito alle locande di Verona o di Padova co' suoi pannilini, perduti passando Per Terracina. PareCchi in questi onesti traffici avevano avanzato assai, e se ne sussurrava palesemente; ma la corte non li sapeva cogliere in fallo, e gli arricchiti non ne scemavano punto di credito; anzi in virtù del bene" acqui-

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