Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. XXI. - IL MANTELLO ROSSO 391 ptrtanto in ginocchio, prima di baciarle si volse' ridendo alla Duchessa, dicendole:- « donna Caterina, senza gelosia » (8). I preti lo predicavano infetto di eresìa; e fra le altre accuse, messegli davanti al Re di Spagna , vi fu quella -di seguitare i riti della religione maomettana. Al Vicerè increbbe essere colto in quel punto, e si voltò con Cera sdegnata 'al segretario, che, pilota sagace di corte, vista la marina turbata, non sapeva a qual santo' votarsi. Non gli sOccorrendo consiglio migliore, si accostò al pappagallo; ma questo, impaurito, .gli dette di becco nella mano, e' gli stracciò' la carne. Il segretario sotto voce mormorò: — Benedetto prezzemolo! E a voce alta:' magnifico, bellissimo pappagallo!... •Ma il Vicerè, stiizito, lo interrogò con voce severa: — inigo,- chi vi ha chiamato? il .cortigiano, a .sua posta stizzito, se la rifece, col vicario ri- sponendo : — Serenissimo! Il Vicario criminale, che, salvo onore, 'è più fastidioso del fistolo, tanto rumore ha mosso ne115 anticamera urlando trattarsi della, salute del Re e della sicurezza dello Stato; che mi fu forza, onde non irrompesse fino a Vostra Serenità, torgli queste carte di mano, e. presentarvele per liberarvi dalle importunità • sue. — Sappiamo a prova,' disse il - Vicerè con signorile . alterezza e porgendo la mano per ricevere le carte-, negarsi a noi quello di cui gli altri, uomini hanno. copia; — un momento di riposo. Informate, don Ynig,o. -- Serenissimo! Un bandito dello stato romano n'ella decorsa notte ha ucciso proditoriaménte certo suo compagno presso il tabernacolo della Madonna ,del Buoriconsiglio : arrestato stamane, confessava su i tormenti. Il Vicario,' considerata la confessione spontanea, sarebbe dì avviso si condannasse a morte senz'altra procedura, per frenare gli omicidii e i ladronecci, che incominciano a parere già troppi anche al signor Vicario. ' — Ed è questo il motivo per cui mi siete piovuto in camera fragoroso e improvviso, come 'palla di bombarda briccolata in cittadella nemica? — Serenissimo! si degni rammentare che la colpa non viene dalla palla, bensì da cui la manda. t — Voi non avete mai colpa; assomigliate gli assistenti dei sagrifizi di Giove, dei quali l' uno scaricava su l' altro il fallo del bove ammazzato; sicchè la pena toccava finalmente al coltello, che, innocentissimo, pagava per tutti. Il cortigiano, per non far peggio, sorrise come estatico all'ar-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==