Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

:178 BEATRICE CENCI rosso gli cadde in mare. Bisognò che i marinari calassero il raffio per ripescarlo: non' venendo loro fatto di agganciarlo subito, si riprovarono anche una volta e due. Mentre così perdono fatalmente tempo, ecco apparire alla lontana uno storni() - di corvi, e piegare ditilati contro la barca. Marzio con la sua vista .acutissinia aveva di, già sbirciato il biscazziere; e questi, non meno sparvierato di lui, aveva scoperto il mantello rosso., e- chi lo.portava. - Marzio si affaccendò a gridare che lasciassero andare il malaugurato tabarro, e salpassero senza indugio; ma ormai era troppo tardi. — Ferma la barca per 'ordine del Vicerè. — La barca rimase come impietrita, e gli sbirri arrampicandosi giunsero in tempo ad afferrare Marzio per le falde giusto in quel punto, che stava per precipitarsi dentro al mare. — Dio nOn - eSclamò Marzio„ e si lasciò legare senza contrasto. Per non fare accorrere gente, e non muovere rumore a cotesta ora matutina,,gli sbirri, seguendo l'antico costume di operare le ,cose loro a chetichella, gli gettarono addosso il tabarro rosso dopo averne strizzato l' acqua, cuoprendogli così le braccia ammanettate. Due sbirri, uno di qua l' altro di là, lo accompagnavano in,sernbianza di servitori: gli altri seguivano alla lontana. 11 bargello, rimasto addietro sul molo, gridò: Oe della tartana! - Potete andare a buon viaggio. — Eccellenza! gli sparvieri tornano con la cacciagione. Così annunziava un servo; che al sembiante e agli atti partecipava dello sbirro, e del chierico. .Queste parole, sussurrate traverso al foro della serratura dentro una alcova, ebbero virtù -di sollevare un carcame di osa e di cartilagini, di sotto alle coperte; e di qua e di là dai lati del letto furono viste sbucare due persone, le quali, voltatesi le schiene appoggiate alle sponde, si affrettavano a mettersi le calze, ' e cuoprirSi con qualche vesta le membra. Da parte sinistra era un uomo lungo, magro, ossuto così, che quando ebbe tirate su le calze, le 'gambe vi sguazzavano dentro come flauti: aveva il volto giallo come olio da lumi, bucherellerato in guisa, che sembrava composto di cacio parmigiano: intórno agli occhi ricorreVa un cerchio turchino, e gli occhi in .m,ezzo lustri, ma privi d' intelligenza, e fissì come quelli, del falco. Ne-' gli sforzi fatti tirando le labbra verso ,le orecchie, egli 'scoprì Una immane 'rastrelliera di zanne donde sporgevano maiuscoli i due denti canini, i quali comprimevano il labbro inferiore anche a

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==