Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. XX. LANOTTE SCELLERATA 57 duti sopra 'la riva a vedere -inerti sparirò veloce' il torrente della propria esistenza', è troppo acerbo 'travaglio. Nel 'l'unitile della vita 'affetti, '-Sensazioni é pensieri-. Ci fanno dimenticare troppo più' spesso • che -nen. tefiviene 'la fuga' della nostra '“ta, ma nel carcere sentirsi misurare r minuti che passano dall'orma del, carceriere sul capo, è' suppliziò che supera la immaginazione. Tu provi quanto •tormenti acerbo 'il Tempo, allerchè deposta la falce prende • la 'lima, e lento, continue, - implacabile ti sega. il 'cranio; e qUanto sia angoscioso contemplare speranze, ingegno,' anima e corpo -disfarsi in atomi,' e cadere come limatura dt 'ferro ai tuoi piedi. Beatrice nel .volgere - gff occhi al Cielo nen prega, .e non ram- pogna; sembra piuttosto• che interroghi: mi' hai tu ab- bandonato? » • Le sue 'parole fiirono uguali - alle estreme che -ptofferì Cristo Sopra la croCe, prima di declinare il capo, e spirare. Io conosco •bene la mente selvaggia di uomini suierbi, che le avrebbero rislmste : « E• chi ti ha - detto, folle, 'che Dio protegge, ed abbandona? 'Di() :non abbandona, n'è 'protegge. La forza misteriosa della Sua azione, che si; manifesta con la moltitudine 'delle Cose create- ,' getta assidua nello abisso pugni d'. arena di oro; - e cotesta 'arena seno stelle. Egli le costringe a moti diversi secondo là legge della- loto durata. Se la 'polvere di questi *mondi, animata o ne, avvalla so s'inalza,' seppellisce '.sotto di se lo esereitó- di Cambise (4), o si *lascia arare, zappare', e - si 'sottomette a :produrre frutto: se Piange, o ride, o sta immota superficie 'di camposanto: se si ag,glemera in mastodonte,' o 'si sperpera in formiche: se si trasforma in penne di aquila,' o nelle • fibre inerti del tardigrado, egli non cura questo, e non lo può - curare: Ai' fini della natura basta 'che nulla giaccia infecondo, O si diàperda sterilmente; poi, che' aumentino mille avvoltoi, e diminuiscano dieci - mila - colonibe poco le•importa. Immensa macina' che' infrange •reami ed acini, imperatori e lunibrichi per crearne -nuovarnente 'lupi, o pecore, od 'altri 'animali. La dottrina 'd'ella trasmigrazione - insegnata tagora dai Sapienti di Egitto', una 'volta presa a- - schernii' da insensati filosofi; è cosa tanto evidente, chésembra impossibile come possa essere stata impugnata. Difficile è spiegare 'quello elte, non si Comprende, e non si può intendere; folffa disprez-

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