Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

356 BEATRICE CENCI in sua favella : « tu sei infelice, ed io non posso aiutarti ». Dentro il carcere, dietro la infame tramoggia, Beatrice in-. vece di ricevere le impressioni esterne,' e consolarsi . contemplando,-_ o ascoltando: — invece di blandire la memoria implacabile, e sopire la febbrile attività del pensiero riducendosi in .condizione, più che potesse, passiva, ha dovuto all'opposto, suscitare le fiamme divoranti della iinmaginazione ; alimentare la ferita. 1-la sentito, quando sparisce l' allegrezza del giorno, e la crescente mestizia delle tenebre persuade ricorrere per consolazione alla, Vergine dei cieli, - lontane lontano alternarsi il canto delle litanie dinanzi la immagine della Madonna.dei Dolori, che sotto il suo gran manto celeste ripara tutto il genere umano ( tranne .quelli che fanno piangere) , ma non ha potuto mescolarsi con le altre donne alla.ianta preghiera. - 'Lei percosse a vespro .1a voce rozza, ma lieve come aura dei poggi, della montamina, che-riduceva a casa lè capre, e non potè conoscere dall.' alacrità degli occhi rivolti frequentemente in giro, dallo incesso irrequieto, dal simbolo dei fiori intorno al cappello se pei suoi ;amori correva la stagione dei sospiri, o quella delle lacrime: - Su l' alba udì scoppii , di archibugi, e latrati di cani, e grida di uomini, e non potè seguitare lietamente curiosa le vicende della caccia, o sovvenire ai feriti, se i masnadieri avevano assaltato gl' improvvidi viaggiatori. La campana suonZ.) invano alla, messa..; invano ,ai funerali.: poca cura ci punge pei morti ignoti; e recitarci con le proprie labbra il de profundis è cura troppo.- molesta. - Per dio!, -A. tale l'aveva ridotta il vecchio maligno, che ella veggente non sapeva che cosa farsi della luce degli occhi; ella viva non sapeva in che , cosa adoperare la vita. Ma tempi di ferro erano cotesti, e Francesco Cènei PCI. cupa scelleraggine singolare, non raro, . .Nè mench`turbavanci la desolata il passo della scolla, che per io aperto verone le camminava sopra la testa, e il frequente gridare ali' erta, o lo squillo della campana ogni quarto di ora, - conciosia,chè no{ tutti, è vero, sappiamo che il Tempo •va e fa andare, cacciandosi davanti senza posa, e giorni e secoli verso la Eternilà, a guisa di mandriano che affretta gli grmenti al presepio quando minaccia tempesta; - ma starci se-,

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