Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

• CAP. XX. LANOTTE SCELLERATA 355 N. pianura, ma non le fu dato. Malignamente invidios di quell' aura di refrigerio, il Conte più volte il giorno, e più sovente nelle ore matutine ,, mentre (un po' di sonno le rinfrescava il sangue infiammato, mandò .fabbri, che sospesi a corde aeree (non veduti da I3eatrice) martellavano, conficcavano, ristuccavano, ristoppavano, calafatavano,.tormentavano insomma..con quel fragore continuo, che è proprietà dello inferno; — onde il capo. l' era diventato come 'infranto, c in qualsivoglia parte, comecchè leggermente, lo toccasse si sentiva dolere per tutta la persona. Oh quanto riso di cielo balena di là da coteste luride tavole, oh come la natura esulta nella sua , bellezza oltre otesto SOZZO assito! Maledetta la mano, che si pone fra gli occhi dell,' uomo e la natura! L' anima si strugge di desìo ; e se vede, ;trapassare un uccello, si posa sopra la sua ala e gli raccomanda di portare per lei un • s'aiuto ai cari parenti, e ai luoghi della sua infanzia. O nuvoletta bianca, che traversi questo palmo di cielo ,che mi è dato fruire, ,io non vedrò. quando arrivi a baciare la luna; o stella cadente, io, ti ho veduto muovere, ma non posso vedere dove vai a finire; o foglia, che voli sopra l'apertura del mio carcere, dove terminerà di trasportarti il vento? Farfalla, le rose che desideri sono lontane di qui iò non vedrò quando, innamorata, tu accarezzerai con l' ale il tuò fiore diletto. .. No, viva Dio; , per negare la vista di queste immagini non basta che la crudeltà e la paura avviluppino nelle loro spire un' anima maligna, coine i serpenti di Laocoonte,; bisogna che al lurido sabbato dei suoi pensieri intervengano ancora la superstizione e la invidia': la prima, furia, di fuoco che osò seppellire vive ,le 'tenere fanciulle, le quali, odiati i rtti infecondi di Vesta, sagrificarono . a Venera- alma guarire della Natura; la seconda.<„ furia di ghiaccio che. accecherebbe genere. imiano , caccerebbe dal cielo l'occhio del Sole«, vorrebbe insano anche Dio perciò essa . è cieca, e folle. Lo insetto dalle ali dorate penetrò in .ques'to sepolcro di ma presto ne , usciva- cruccioso, ronzando.:., « dalle cure. del carcerato non si fa mèle , ma tossico.». L' uccello per un momento ha posato i piedi sopra queste graticole ; ma èfAiggito via giltandov,i dentro un pianto, come se intendesse dit:e

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