Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

354 BEATRICE Ct:NCI fatto inchiodare uno assito a modo di tramoggia, sopra la Iramoggia ordinò adattassero una graticola 'fitta di filo di ferro. Nè qui si fermava la vile crudeltà del' Conte Cènei; chè col declinare del giorno procurava calassero sopra la tramoggia una ribalta circondata intorno da festoni .di tela, togliendo a un punto la luce del cielo e l' aria, .conforto supremo alle viscere straziate. La carcere allora pareva chiudere la bocca, ed ingoiare intera la sua vittima, come fece di -Giona la. balena (2). Povera Beatrice! Il cielo, che tu amavi cotanto ; il cielo, consapevole dei gentíli pensieri dell'anima tua; il cielo, da cui attingevi conforto negl' ineffabili dolori; il Cielo, che sovente chiamavi in testimonio della retliludine del tuo cuore; il cielo, che desiderando contemplavi come la patria libera del tuo spirito divino, adesso o ti si mostra traverso le sbarre e le graticole di ferro, o ti si toglie affatto nella guisa, ché Dio vela la sua faccia ai dannati nelle pene eterne dello inferno. Il sole getta obliquo lo sguardo là dentro; i suoi raggi pe'- sano, ed ci si affretta 'a ritirarli, quasi per paura che gli rimangano avvinti, e presi alla rete delle graticole (3). Se durante la notte r aria viene tolta a Beatrice, durante il giorno non gliela ministraho a larga misura; anzi sottile ,come il cibo dentro città bloccata. Se il Conte Cenci avesse potuto dargliela chiusa in un vasó senia . 'mai sollevare la ribalta, oh come volentieri lo avrebbe <egli 'fatto! imperciocchè gli ultimi casi io avesSero reso 'alquanto ; e quando la codardia ha susSurrato nell' orecchio alla crudeltà: trema, non'' vi ha cosa. o tanto assurdamente spietata, o tanto atrocemente ridicola, 'che queste 'rifuggano da mettere in opera'. Beatrice si affaticò sovente arrampicarsi fitto 'alla parte superiore della inferriata, tentando quinci scuoprire o. cima di albero o vetta di colle, che le fossero - alt' annua come un ri- 'corde della 'bella natura: e quantunque 'tre,. quattro' « 'volte e sei rimanesse delusa, 'non per qnestO cessò ritentare; perocchè sia amaro rassegnarsi alla perdita dell'aria, 'della luce, e della vista del' creato, che , Dio benigno contesse all'animale più abietto. Dotata d' anima di poeta, capace di rendete eco dalla sua più sottile e recondita fibra alle sensazioni del bello, àhneno per le fessure s' ingegnò vedere i colli azzurri, le verdi vallate, il &une, boa immenso delle acque, che serpeggia per

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