Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAPITOLO XX. LA NOTTE SCELLERATA. . . . . Con mano empia tentava I misteri di amore in quelle membra; Ma lo respinse un Dio che lei vegliava: 11 Dio che pura se la tolse in cielo, Come quandó ella uscia dal suo pensiero. ANFOSSI, Beatrice Cènci. cco come si ammenda il Conte Cènci. Sparsa le •bionde chiome, con la fronte volta al cielo, le braccia abbandonate, genuflessa sul pavimento sta Beatrice Cènci dentro una stanza della Rocca Petrella. Alla bellezza, e all' atto rassomiglia la inclita statua della Fiducia in Dio, nella quale lo Artefice della q terra dei morti)) ha infiiso un' anima, ch' egli stesso non aveva (i). , La stanza in cui si trova, è una prigione: — ormai la sua vita sembra un tristo cammino, del quale le prigionìe_, Sino le colonhe milliarie per distinguerne gli spazii. L' aspetto della stanza apparisce strano a vedersi: splendido, è il letto per cortine ampissime di damasco, e cornici dorate; ricopre .il pavimento uno arazzo rappresentante Enea, che -ascolta i presagi maligni dell' arp'm Celeno: sopra una rozza tavola di albero stanno. vasi e bacili di argento: le pareti squallide, e tracciate col carbone dalle sentenze, che la tristezza, o l' ira; o il rammarico spremono dal cuore del carcerato... stille di essenza di angoscia, uscite fuori per la gran forza dello strettoio della necessità. D cielo si contemplava pér breve tratto traverso una ferrata, davanti alla quale il Conte Cènci, quel perfido ingegno, aveva 4.5

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