Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

348 BEATRICE CÈNCI il ciglione della _via, e fasciati di paglia e di stracci, dando loro sembiante di banditi messi alla posta. Percorso il sentiero incassato riuscirono allo aperto, e al sicuro; però che, quando anche i banditi fossero stati in -facoltà di farlo, non avrebbero osato appressarsi a giorno alto di tanto alla Rocca Ribalda popolosa di, ben, mille persone, di cui la più parte gagliarda per le quotidianè fatiche, e armata tutta di archibugi e 'di scuri. - Qui il Conte con accento severo ordinò a Beatrice,: — Dimmi con quale argomento. tu potesti giungere fino a me. •— Signor Padre, non sarebbe meglio affrettare il passo adesso, e differire la storia a quando ristorato dei patiti disagi, voi foste in termine di porgermi più pacata attenzione?....' — Tu... appena io manifesto la mia volontà, sei usa a contraPporre subitamente la tua... e sì... e sì che a questa ora avresti dovuto capire, che io aborro gli• oppositori. — Obbedisci. — Nelle mie mani la gente ha da essere come morta.'.. - Obbedirò - rispose Beatrice levando gli occhi, al cielo, quasi volesse dire: Signore, dammi pazienza. - Marzio, mentre io era in carcere, •mi raccontò la pietosa strage della fanciulla • di Villana-. — Che? Come? Cosa favelli? --- Quando mi teneste chiusa in prigione nel sotterraneo del palazzo di Roma, Marzio mi espose la morte di Annetta , Ríparella di Vittana... — Avanti... — E mi disse ancora lui •esserle marito, voi avergliela ammazzata; eptierò legarlo un giuramento, fatto sul corPo • della defunta., di vendicarla nel vostro sangue. A questo fine essersi allogato• in casa nostra; ma vista la vita infelicissima che voi ci condannate a condurre, l' odio suo contro noi -essersi convertito' in pietà, ,e non avere voluto commettere in casa l' omicidio di voi, secondo che aveva disegnato s, per timore che noi ne fossimo incolpati, e . ce ne Venisse danno. — E tu, sapendo questo, me lo hai taciuto? — Signore! E come poteva - dirvelo io? - In carcere, appena schiusa-la porta mi gettavate lì acqua e pane, e volgevate crue: cinto le spalle... — Ma se volevi, potevi... — E quando? Sul partire t due volte io vi seongiurai ad ascol-

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