Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

342 'BEATRICE' CIgNCI rabbia sopra la-spalla manca. Don 'Francesco, quantunque fieramente commossO, e rifinito dal, digiuno, non per questo si abbandonava, the il pensiero di rimanere divorato da cotesto cannibale gl' infondeva nei muscoli forza tetanica. Si rotolavano entrambi per terra mordendosi ,a vicenda, e ingegnandosi di stringersi alla gola: di tratto in "tratto cacciavano urli disperati.; si laceravano c4;' derni ; si. sgraffiavano con le ugne pestavano a pugni; l'anelito usciva fumoso dalle narici e dalla bocca; il cuore, tremante per tremendo palpito, minacciava scoppiaré lord nel petto... orribile lotta era quella! Ma la potestà non corrispondendo al volere, ormai il Conte stava per perdere conoscenza radi, ,e. compressi gli uscivano dalla gola i sospiri : negli estremi sforzi si dibatteva, quando fu udito strepito di catene,- ed una voce che gridava 11 vampiro ha rotto la catena! Al Conte. parve, imperciocchè non Vedesse distinto, che certe figure nere, e truci, con ,tronchi di pino accesi entrassero da più parti nella caverna stacc,andosi dalla parete, e gittandosi sopra la trista belva giungessero 'ad •incatenarla con quattro catene, e tenendone i capi uno discosto dall'altro la _strascinasserò fuori ,della caverna.. Egli stava sempre disteso sul pat imento ; puntando la mano a terra gli riuscì, quantunque • con isforzo, a mettersi seduto: ansava affannoso, grondava sudore, e sangue. Delle candele una era spenta, altra rovèsciata si provò a rimetterla dritta nel lugubre candeliere :' forte senti' a dolersi •la gola,, la spalla, ed altre parti della persona. Volle richiamare la mente sopra ceteste vicende, ma non gli successe: anche il cervello gli doleva informicolito, e davanti agli occhi gli andava in giro un diluì io, di faville. Spossato dalla fatica, attrito dal digiuno e dal dolore', il Conte brancolando... a tentoni cercò il letto di foglie, e lo rinvenne..11 ribrezzo che gli si era fitto nelle ossa lo persuase a mettersi sotto le pelli; prese a sollevarle con mano tremante, quando una voce sepolcrale quinci uscendo incominciò a livellare così: — Venga il desiderato— quanto mai tardasti! è tanto tempo che ,,io ti aspetto vegliando! - H Conte si drizz,ò su le ginocchia intendendo a quello che era, e vide un corpo umano ignudo con la faccia £operta da un bosco di capelli scarmigliati, e intrisi di sangue: in mezzo

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==