Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. XIX. — Lla PANTASIME 343 al petto gli usciva fuori un manico di ,pugnale , e dalla ferita aperta gli spicciava perenne un rivo di sangue, — Sono la fanciulla di Vittana, proseguiva la voce: se .io ti odiai una volta e' fu perché aveva dato 'ad un altro fede di sposa; ma ora-la morte mi ha sciolto 1111' obbligo, e mi sono accorta dal dono, clre Mi facesti, e porto qui in mezzo .del cuore, quanto tu sii.più generoso amante. —'Appresali, via.. rimettiamo il tempo perduto... a ;ne tarda inebriarmi di amore. E l'aborrita .figura, tese .le braccia, a sè lo attirava con gesti provocanti. Il Conte rifuggiva inorridito, e con tette le forze rimastegli la respingeva. Invano però.; chè la .femmina «sottentrando lo ricinge alla vita duramente. e lo sforza a giacere. Ora se lo preme delirante contro il seno, e col manico del pugnale ammacca le costole e il petto del conte, che mugola pel nuovo spasimo, e poi lo bacia, e lo "ribacia con le luilibra. ingrommate di sangue. In breve mani , seno, faccia-, e capelli del conte.grondano sangue: non poteva tenere gli occhi aperti e la bocca senza che se ne sentisse piovere dentro. caldi ruscelli, e accecano, e soffocarlo. Finalmente il furore deì succubo toccò il delirio; ?addoppia ardentissimi i baci e i singultii, e così stringe spietato-, fra le braccia di.-ferro il vecchio conte, che questi sentendosi spezzare le ossa del - petto, singhiozzando peP la insopportabile angoscia venne meno. Innanzi che /o intelletto tornasse a raggiargli nella testa, una confusione di.' strida e di guai dolorosi mista Ti fragore di catene gli percuote le orecchie. La pelle delle ciglia abbassata non basta a -difendergli le pupille dal' molesto bagliore. Apre finalmente gli- occhi , e vede la camera in fiamme.: balza atterrito sopra il letto, ed ecco in mezzo a cotesto fuoco ,comparirgli diversi ,sembianti in atti!ndini disperate, che urlavano in modo da intronare il cervello: , — Allo inferno! allo, inferno! E dalla torma delle larve se ne staccò una tutta nera, se non che getti di fuoco palesavano gli occhi, il naso, orecchie e la bocca: le rughe del volto erano segnate parimente da liste di fuoco. La larva ,appressandosi al conte levà la mano fiammeggiante in atto di maledire, e protrai queste parole: — Io sono l'anima del falegname di Ripetta. Maledetto per la morte atroce; che. mi hai fatto soffrire: - maledetto per lo

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